Esclusiva - Uno dei massimi esperti di Serie B racconta Bianco: 'Tecnico molto preparato, ma con alcuni limiti'
Il telecronista DAZN Alessandro Iori analizza le sfide che attendono il Monza in Serie B e il profilo del nuovo allenatore Paolo Bianco

Alessandro Iori: "Bianco ha qualità, ma il Monza dovrà stare molto attento"

– Alessandro, una delle squadre che il Monza affronterà sarà il Modena. A che punto è il progetto dei canarini?
Il Modena sta diventando una realtà sempre più solida. La famiglia Rivetti sta lavorando con lungimiranza per dotare il club degli strumenti necessari a competere ad alti livelli. Si parlava da oltre trent’anni della costruzione di un centro sportivo, e ora finalmente è stata posata la prima pietra de “Il Nido”, il centro dove si formeranno i canarini del futuro. Il nome non è casuale. Anche lo stadio Braglia è già un impianto di buon livello: dovranno essere fatti solo piccoli interventi, soprattutto per le hospitality dedicate agli sponsor. Con queste basi, il salto in Serie A nei prossimi anni non è affatto un’utopia e i proprietari questo lo sanno benissimo.
– Che tipo di campionato ti aspetti dal Modena?
Sicuramente un campionato ambizioso, dove l’obiettivo sarà alzare l’asticella rispetto alle stagioni precedenti, concluse a metà classifica. La Serie B però è un torneo complesso e pieno di insidie: certi errori si pagano a caro prezzo.
– Che atteggiamento pensi avrà il Modena contro il Monza?
Il Monza arriva dalla Serie A ed è guidato da Galliani, una garanzia. Ma dovrà fare molta attenzione: il campionato cadetto è estremamente competitivo. Basti pensare allo Spezia o al Venezia che, dopo la retrocessione, avevano rischiato un doppio tonfo consecutivo. Il Monza dovrà affrontare ogni avversario con la massima concentrazione.
– Il nuovo allenatore del Monza, salvo sorprese, sarà Paolo Bianco. A Modena lo conoscete bene: che tipo di profilo è?
Bianco è un allenatore molto preparato, con ottime competenze tattiche e di campo. Ha lavorato con Roberto De Zerbi al Sassuolo e con Massimiliano Allegri alla Juventus, assorbendo visioni di calcio molto evolute e al tempo stesso diverse. A Modena, due anni fa, si erano viste le sue idee innovative e il suo gioco dettato dalla tattica. Deve però crescere nella gestione emotiva e nella leadership dello spogliatoio, dove ha ancora limiti importanti per essere un allenatore top della categoria. Deve imparare anche a gestire meglio i rapporti con la stampa: due anni fa, proprio a Modena, cadde in una domanda provocatoria in diretta su Sky e passò dalla parte del torto, diventando virale sui social…
– Com’è andata la sua esperienza a Modena e successivamente a Frosinone?
A Modena aveva iniziato molto bene, proponendo un calcio brillante. Tuttavia, nel corso della stagione sono emersi problemi di gestione interna e il rendimento è calato, passando dalla zona playoff a rischiare i playout. A cinque giornate dalla fine è stato esonerato, e Bisoli ha portato la squadra alla salvezza. A Frosinone, invece, ha fatto un gran lavoro iniziale: la squadra era ultima e lui l’ha portata fino alla zona salvezza, salvo poi calare e finire ai playout. Alla fine si è salvato grazie alla penalizzazione del Brescia…
– Può essere l’uomo giusto per il Monza?
Le qualità ci sono. Se il Monza ha preso Pedro Obiang, è anche perché conosce già Bianco dai tempi del Sassuolo. Inoltre, sappiamo che Galliani ha un rapporto stretto con Allegri, che potrebbe aver consigliato proprio Bianco per la panchina biancorossa. Le scelte sembrano ben ponderate.
– Una Serie B che deve ancora completarsi, tra playout e incertezze societarie…
Dal 2000 a oggi sono fallite 198 squadre professionistiche in Italia. Quest’anno, con il Brescia in B e Spal e Lucchese in C, abbiamo superato quota 200. È evidente che il sistema va riformato: servirebbe ridurre il numero delle squadre nei campionati professionistici e impostare una struttura più sostenibile. Ma in Italia è tutto molto complicato. Oggi si chiede la testa di Gravina, ma fino a poco fa è stato rieletto dagli stessi club che ora rischiano la scomparsa. Parliamo spesso di rifondazione, ma attuarla è davvero difficile.
A cura di Antonio Scirtò
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