Monza e Brianza, un caso politico scuote la regione
Il comune brianzolo è il primo in Italia a vietare burqa e niqab negli edifici pubblici, la Lega annuncia: “Ora estenderemo la misura in tutta la Lombardia”
La Brianza finisce al centro del dibattito politico nazionale. A Lissone, il Consiglio comunale ha approvato nei giorni scorsi una mozione che vieta l’accesso agli edifici comunali a chi si presenta con il volto coperto dal velo islamico integrale, come burqa e niqab. La proposta, firmata dalla Lega, è stata approvata il 30 settembre e rende la città brianzola il primo comune in Italia ad aver adottato un provvedimento simile.
Una decisione che, come prevedibile, ha già acceso il confronto tra chi la considera una misura di sicurezza e chi la giudica un atto discriminatorio. Secondo i promotori, il divieto non è una questione religiosa, ma un segnale di civiltà e di rispetto per le regole.
“Il nostro è un Paese civile – ha dichiarato Alessandro Corbetta, capogruppo della Lega al Pirellone – e non possiamo tollerare usi e costumi che sottomettono e degradano la donna. La sicurezza, la dignità femminile e il rispetto delle nostre leggi vengono prima di tutto. Da qui vogliamo estendere questa iniziativa anche ad altri comuni lombardi e italiani”.
L’incontro a Monza
Sabato 25 ottobre i vertici del partito si sono ritrovati a Monza, nella sede provinciale di via Aliprandi 17, per presentare pubblicamente la mozione approvata. Presenti l’europarlamentare e vicesegretario della Lega Silvia Sardone, il segretario provinciale Fabio Ghezzi, il responsabile enti locali Emanuele Pozzoli e il segretario cittadino di Lissone Matteo Lando, primo firmatario del documento.
Durante l’incontro, la Sardone ha sottolineato come “nelle città lombarde e anche in Brianza si vedano sempre più spesso donne con il volto completamente coperto, non solo con burqa e niqab ma anche con mascherine o altri stratagemmi per celare l’identità. È una pratica inaccettabile – ha aggiunto – che non ha nulla a che vedere con la libertà religiosa e che trasmette un messaggio sbagliato, soprattutto ai più giovani”.
Lissone comune apripista
Con l’approvazione della mozione, Lissone diventa il primo comune italiano a introdurre un divieto esplicito del velo integrale nei luoghi pubblici comunali. Una decisione che, secondo i rappresentanti della Lega, potrebbe diventare un modello per altri territori, in particolare quelli più densamente popolati della regione.
“Finché ci sarà la Lega – hanno concluso Sardone e Corbetta – difenderemo la libertà delle donne, la sicurezza dei cittadini e l’identità delle nostre comunità. Dalla Brianza parte un messaggio chiaro e di buon senso: chi vive qui rispetta le nostre regole e la libertà delle donne”.
La mozione, ora approvata, sarà seguita da un regolamento attuativo che definirà nel dettaglio come verrà applicato il divieto e quali sanzioni potranno essere previste in caso di violazione. Intanto, da Lissone parte una linea politica che promette di far discutere e che potrebbe presto arrivare anche in altri comuni lombardi, a partire da quelli del territorio monzese.
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