Incertezza nella storica azienda di Arcore: la protesta dei lavoratori in piazza scuote città
Dopo l’annuncio di 90 licenziamenti, i lavoratori della storica azienda arcorese della Peg Perego protestano per chiedere il ritiro del piano e un confronto con la direzione
Peg Perego Arcore, lavoratori in sciopero contro i licenziamenti
Mattinata di sciopero alla Peg Perego di Arcore, storica azienda del settore della prima infanzia e dei giocattoli. Dalle 8 alle 11:30 del 19 giugno, circa un centinaio di lavoratori hanno manifestato lungo via De Gasperi sfilando in corteo con fischietti e striscioni, ribadendo il loro “No ai licenziamenti”. La protesta, indetta da Fiom Cgil Brianza, Fim Cisl Monza Brianza Lecco e dalle RSU aziendali, nasce dopo l’annuncio di 90 esuberi su un organico attuale di 236 dipendenti.
Secondo la direzione aziendale, la decisione si è resa necessaria a seguito di un bilancio 2024 chiuso in perdita e di un calo del fatturato del 15% nei primi mesi del 2025, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A incidere fortemente sono stati i dazi sul mercato americano e la crescente concorrenza cinese in Europa. L’azienda, che fino a pochi anni fa contava 500 dipendenti, ha annunciato di voler ridurre il personale a 146 unità.
Sindacati e istituzioni: no ai tagli, sì al confronto
Durante la mobilitazione, i sindacati hanno denunciato l’assenza di un piano industriale alternativo da parte della direzione. "Non possiamo accettare che 90 famiglie vengano lasciate senza prospettive", hanno dichiarato Gloriana Fontana (Fim Cisl) e Adriana Geppert (Fiom Cgil). Le sigle sindacali chiedono che l’azienda ritiri il piano di licenziamenti, mantenga la produzione in Italia e apra un confronto serio con i lavoratori e le istituzioni locali.
Allo sciopero erano presenti anche esponenti politici, tra cui Davide Pennati, Michele Calloni e il segretario provinciale del Pd Lorenzo Sala, a sostegno dei lavoratori. Intanto resta attivo fino al 30 settembre 2025 l’ammortizzatore sociale, oltre il quale – ha fatto sapere l’azienda – non sarà possibile rinnovare la cassa integrazione. Una comunicazione che ha inasprito ulteriormente il clima già teso all’interno dello stabilimento.
Lunedì torna Monza una città da serie A
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