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“Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto fattore: fecemi la divina podestate, la somma sapïenza e ’l primo amore. Dinanzi a me non fuor cose create se non etterne, e io etterno duro. Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate.”

Se volessimo parafrasare calcisticamente il celebre passo tratto dall’Inferno di Dante, potremmo immaginare Milan e Monza nei panni di Dante e Virgilio, mentre varcano i cancelli di San Siro dopo stagioni piene di sconfitte e delusioni. I rossoneri arrivano da una dolorosa sconfitta in finale di Coppa Italia, mentre il Monza saluta la Serie A con un’amara retrocessione.

In questo contesto, la Somma Sapienza e il Primo Amore — che nel poema rappresentano le forze divine — diventano simbolicamente Silvio Berlusconi, figura centrale nella storia di entrambe le squadre: ha vinto tutto con il Milan e ha portato per la prima volta il Monza in Serie A. Tutto ciò che ha costruito è destinato a restare nella memoria, anche se oggi il momento sembra segnato da un velo di malinconia.

Le speranze, in questa sfida, sono poche — se non quella di godersi una partita che, nell’ultima giornata di campionato, potrebbe comunque regalare emozioni e spettacolo.

Ne abbiamo parlato con Alessandro Jacobone – giornalista di milancommunity.com, freelance e storico tifoso rossonero – per analizzare il momento di due squadre che, tra inferno e memoria, guardano già al futuro.