Jacobone: 'Al Milan mancano le competenze, mi sono preoccupato per il Monza quando…'
L'intervista esclusiva al giornalista di milancommunity.com, freelance e storico tifoso rossonero

– Milan e Monza arrivano all’ultima giornata a San Siro reduci da una sconfitta: i rossoneri fuori dalle Coppe Europee, i biancorossi retrocessi in Serie B. Che tipo di partita ti aspetti, anche sul piano emotivo?
“Le emozioni sono dettate dai ricordi che ci accomunano, ma sabato sera il derby di Berlusconi verrà messo in secondo piano. Il Milan viene dalla brutta sconfitta dell’Olimpico contro la Roma e dalla finale di Coppa Italia persa col Bologna, per cui a San Siro ci sarà un clima ostile e una probabile contestazione dei tifosi. Non faccio previsioni sul risultato, ma la vedo molto grigia.”
– Ti aspettavi una stagione così deludente da parte del Milan?
“Assolutamente no. La delusione della piazza, che sembra spropositata ma non lo è affatto, è lo specchio di una stagione che ha lasciato il Milan fuori dalle coppe europee e con una situazione societaria molto incerta. I rossoneri sono incappati in un’annata negativa, iniziata con Fonseca in panchina e con Morata leader dell’attacco e del gruppo squadra. Poi, a gennaio, l’arrivo di Conceição e Gimenez non ha prodotto gli effetti sperati, smentendo il lavoro fatto dalla dirigenza durante l’estate. Possiamo dire tranquillamente che tutti i nodi sono venuti al pettine: la tifoseria già lo scorso anno aveva espresso preoccupazione per gli addii di Pioli, Kjaer e Giroud. La società ha chiesto fiducia, ma alla fine ha sbagliato tutto.”
– Dopo la vittoria della Supercoppa Italiana, sembrava che Conceição potesse imprimere una svolta significativa alla squadra. Invece, il rendimento in campionato è stato ben al di sotto delle aspettative. Secondo te, cosa non ha funzionato?
“Come ho detto prima, non ha funzionato il fatto che sia stato smentito un progetto nel quale i dirigenti avevano dichiarato di credere. Fonseca e Morata sono durati solo sei mesi, e questo ha spiazzato anche il gruppo squadra. Ha spiazzato pure Conceição, che si è trovato una squadra confusa e priva di leadership. Le partenze di Giroud e Kjaer erano state segnalate come critiche da Ibrahimovic e sottovalutate dalla dirigenza. Il Milan di quest’anno ha dimostrato di non avere uno spogliatoio con figure leader, lasciando Conceição solo.”
– Il Milan resterà fuori dalle coppe europee dopo nove anni e anche il Milan Futuro è retrocesso in Serie D ai playout. Due squadre diverse, ma due fallimenti pesanti. Quali pensi siano le cause principali? E soprattutto, che futuro vedi per il progetto della seconda squadra rossonera?
“Sia la Prima Squadra che il Milan Futuro hanno un minimo comune denominatore: la mancanza di competenza. Nella parte sportiva, l’unica eccezione è rappresentata dalla Primavera di Guidi, che ha ottenuto risultati positivi proprio perché è l’unico gruppo che ha mantenuto stabilità e continuità.”
– Guardando avanti: cosa deve cambiare al Milan per tornare competitivo già dalla prossima stagione?
“Bisogna lasciare che le persone giuste lavorino nel proprio settore: gli addetti al marketing nell’area marketing, e quelli della parte sportiva nell’area sportiva. Il direttore sportivo è stato trovato solo in queste ultime ore, Tare. Siamo stati senza ds per più di un anno, occorre adesso trovare un allenatore che abbia un peso specifico nello spogliatoio. Infine, bisogna mettere seriamente in discussione il modus operandi e le figure professionali di quest’anno che hanno fallito clamorosamente.”
– Ti aspettavi la retrocessione del Monza quest’anno, oppure ti ha sorpreso?
“Mi sono preoccupato alla morte di Silvio Berlusconi. Secondo me, questa retrocessione nasce da lì. Già lo scorso anno alcune cessioni non sono state adeguatamente rimpiazzate, e quest’anno i nodi sono venuti al pettine. È proprio vero che, quando Silvio Berlusconi si allontana dalle sue creature, esse hanno vita breve.”
– Le parole di Galliani sono arrivate solo pochi giorni fa, mentre per tutta la stagione ha scelto il silenzio. Come interpreti questa strategia comunicativa?
“Galliani ha sempre detto che chi perde non parla e chi vince può festeggiare. Ma in una piazza come Monza, questa strategia non è applicabile, perché si tratta di una realtà molto più piccola rispetto al Milan. I biancorossi non hanno l’obbligo di vincere, e l’amministratore delegato non dovrebbe mai lasciare sola la squadra.”
- Galliani ha promesso di fare il possibile per riportare subito il Monza in Serie A. Da chi ripartirà il nuovo progetto?
“Mi sembra di vedere la stessa fine del Milan nel 2016: bugie bianche per elaborare il lutto di una stagione negativa – nel vostro caso culminata con la retrocessione – ma non per forza a cui bisogna credere. Auguro al Monza una nuova proprietà, locale o straniera, ma competente e capace di credere nel valore della società.”
– Nesta, oltre ad aver dimostrato grande stile umano, si è assunto le sue responsabilità. Come valuti il suo lavoro, considerando che la retrocessione non è solo colpa sua?
“Il lavoro degli allenatori si giudica dai risultati, quindi Nesta dovrà lavorare molto per migliorarsi come professionista. A suo favore, però, posso dire che nel calcio di oggi manca la presenza di veri uomini, e lui è un uomo con la U maiuscola. Chi ha la fortuna di averlo come allenatore deve saperlo apprezzare: nel suo DNA ci sono valori che ormai sono rari. Chi lo prenderà, dovrà tenerne conto.”
Antonio Scirtò
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