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“Rigore è quando arbitro fischia”, dal Vangelo calcistico di Vujadin Boskov.

Tiri dal dischetto che, nel campionato cadetto 2025/26, non rientrano nei tabellini del Monza, unica squadra di Serie B a non averne ricevuti in favore. 

Ma nel calcio più che i rigori conta il rigore, il carattere e la mentalità. Quella razionale compostezza che cancella frenesie e nervosismo e, al contrario, aiuta a superare gli episodi con equilibrio, azzannandoli con una lucida reazione.

Se gli errori di Venezia avevano segnato in negativo la prestazione e il risultato, all’U-Power Stadium gli episodi forniscono l’assist per accelerare, dare ancora più spinta, sfoderare il coraggio e affrontare di petto il match.

Knives Out: niente ferri corti, ma fuori i coltelli, da infilare tra i denti e mettere alle strette i toscani, impotenti di fronte alla “Forza d’urto” - come l’action movie americano del 1991 - dei padroni di casa.

L’upgrade dei brianzoli inizia esattamente dopo il penalty negato di Perenzoni (spaesato e disorientato nella direzione di gara, completamente in difficoltà nella conduzione arbitrale), con una risposta mentale da grande squadra in un momento che avrebbe potuto condizionare in negativo la prestazione.

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Il super tiro di Birindelli che vale l'1-0 per il Monza - Foto MorAle

Vittoria con dedica

Il Monza comanda il gioco con padronanza e intensità, costruisce le azioni con autorevolezza e pulizia tecnica, e interpreta nel migliore dei modi la partita, sovrastando la Carrarese sul piano tattico e del temperamento.

Poker face e un successo meritatissimo tra le mura amiche del Brianteo: una prova di forza dei biancorossi, perfetta sotto ogni aspetto, con l'unico neo del gol subito a “sporcare” la prestazione.

Una vittoria che, nel post-partita, mister Paolo Bianco, dedica ad Armando Izzo e alla compagna Raffaella Fico per la perdita del loro bambino (sostenuti dalla Curva Pieri con un toccante striscione) e alla responsabile della comunicazione Daria Nicoli per la scomparsa del papà. Un gesto sentito che dimostra lo spessore umano e la sensibilità dell'allenatore dei brianzoli.

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Lo striscione di vicinanza della Curva Pieri ad Armando Izzo e alla sua compagna Raffaella Fico per la perdita del bambino

Monza on fire, Carrarese in massa

"Nel calcio attaccare è il miglior modo per difendere la propria porta", diceva l'uomo proiettile Roberto Carlos. E aveva ragione. La sua ragione. Quella secondo cui è il cervello a muovere il corpo, l'intenzione a indicare la strada e quindi lo scopo, privilegiando il gioco - attivo e propositivo - nella metà campo avversaria.

Una dispensa che alimenta la visione di Bianco e del Monza, una squadra programmata per raggiungere l'obiettivo attraverso mezzi validi e con la miglior proposta calcistica possibile.

Archiviato il ko in laguna per mano del Venezia, i brianzoli cercano il riscatto contro la Carrarese nell'ultimo match casalingo del 2025 all'U-Power Stadium. 

Bianco conferma il rodato e consolidato 1-3-4-2-1: Thiam tra i pali; Ravanelli, Delli Carri e Carboni in difesa; Birindelli e Azzi sulle corsie laterali, con Obiang e Pessina in mediana; in attacco Ciurria e Keita alle spalle di Mota.

Calabro vara l'1-3-5-2 di contenimento e ripartenza: Bleve in porta; Ruggeri, Illanes e Imperiale nel pacchetto arretrato; Zanon, Parlanti, Schiavi, Zuelli, Cicconi a centrocampo; Abiuso e l'ex Finotto in avanti.

I biancorossi centrano l'approccio, spingendo sul pedale dell'acceleratore per cercare il gol nei primi minuti. Il vantaggio si concretizza al 9' dagli sviluppi di corner, con Birindelli che sfrutta la respinta e, a ridosso della lunetta dell'area, lascia partire un missile d'esterno destro a bucare Bleve. 

I padroni di casa dominano e lo fanno con una proprietà di palleggio fuori scala, triangolazioni ben orchestrate e una manovra avvolgente. L'intento è spingere al massimo alla ricerca del raddoppio, che potrebbe concretizzarsi al 30' quando Mota viene travolto in area da Illanes. Perenzoni fischia fallo contro l'attaccante portoghese, ma viene richiamato dal Var: il contatto è evidente, con Mota in anticipo sul difensore avversario. Dopo la review, l'arbitro a sorpresa conferma la sua decisione e nega il penalty al Monza. Una topica clamorosa da parte del direttore di gara, che non solo sbaglia due volte, ma toglie oggettività all'episodio. La valutazione è errata in partenza: l'intervento scomposto di Illanes è passibile di ammonizione, ma Perenzoni resta rigido sulla sua posizione, peccando di integralismo e ostinato protagonismo.

È il momento clou dell'incontro, negativo per chi lo subisce e positivo per chi ne trae beneficio. Il Monza però non si scompone e, contro tutto e tutti, continua a creare. Mota firma il 2-0, ma la rete viene annullata per offside. Raddoppio che arriva al 44' con Delli Carri che, da un traversone di Ciurria dal vertice destro dell'area (altro episodio da matita rossa, con Perenzoni che fischia il rigore e assegna il giallo a Illanes, ma il fallo è palesemente fuori dalla zona penalty), al secondo tentativo appoggia il pallone in rete.

Nella ripresa è di nuovo il Fante - alla sua miglior gara stagionale - a rendersi protagonista fornendo l'assist decisivo per la doppietta di Birindelli, con un tocco illuminante nell'area piccola per il compagno smarcato. 

Sul 3-0 il Monza prende fiato e allenta il ritmo, concedendo il ritorno della Carrarese che accorcia le distanze al 74' con Di Stefano, sfruttando la smanacciata scivolosa di Thiam.

Il sigillo definitivo lo mette Petagna al minuto 84: il neo entrato Colombo ruba palla sulla trequarti avversaria e avvia una transizione veloce, fornendo un filtrante al bacio per il 37 biancorosso che fredda Bleve col mancino.

Dopo 3' di recupero, il triplice fischio di Perenzoni sancisce il 4-1 finale tra Monza e Carrarese.

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L'esultanza del Monza al secondo gol di Birindelli - Foto MorAle

White Christmas, Red Passion

Dopo due punti in tre gare serviva una risposta convincente, non solo per il morale e l'autostima, ma per riprendere il ritmo e consolidare quella posizione in classifica che, ad oggi, darebbe l'accesso diretto alla massima serie. Ma il campionato, con 17 giornate disputate, è solo al 45% del suo caricamento e per completarlo occorre procedere con umiltà, testa e fame.

All'U-Power Stadium il Monza sentenzia, produce calcio con grande brillantezza e freschezza di pensiero, macina gioco elevando i principi trasmessi dal suo allenatore. E soprattutto non specula, con l'idea “olandese" di controllare lo spazio, i tempi, la partita, in osmosi con il comandamento di Johan Cruijff. Perché il calcio, amen del Profeta del gol, "consiste fondamentalmente in due cose. La prima: quando hai la palla, devi essere capace di passarla correttamente. La seconda: quando te la passano, devi saperla controllare. Se non la puoi controllare, tanto meno la puoi passare".

Controllo, gestione, attacco. Tutti partecipi e connessi nella manovra, reparti compatti e blocco monolitico, squadra corta e a fisarmonica, aggressione e riaggressione, transizioni rapide e attacco diretto alla porta, volontà costante di migliorare e alzare il livello: c'è tutto questo nel DNA del Monza 2025/26, nella filosofia in un tecnico che guarda ai singoli, ma privilegia sempre il collettivo, con un modus operandi da “bastone e carota” per tenere tutti sull'attenti.

Tante occasioni, altrettanti gol, con una doppietta di Birindelli, il primo centro di Delli Carri e il secondo in stagione di Petagna: i biancorossi non stampavano un poker da quel pirotecnico Monza-Milan 4-2 che incendiò i tifosi e alimentò l’entusiasmo brianzolo.

Entusiasmo che continua a scorrere nel sangue dei giocatori, dell’allenatore e della società, good vibes che restituiscono positività e fiducia in vista della trasferta di Modena a Santo Stefano.

Nel frattempo il Monza - con i suoi sostenitori - può celebrare un “Bianco Natale” (e per fortuna, non un Natale in Bianco…come accade a Jerry Calà nell’insuperabile Vacanze di Natale dei Vanzina), con la mission di onorare le feste e preparare al meglio il big match del Braglia.

A cura di Andrea Rurali