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Il silenzio della società AC Monza dopo la retrocessione

Nulla è accaduto perché il carro non si può mai anteporre ai buoi. Prima si deve definire in quali mani sarà la società di Monzello, poi si potranno attuare programmi e mettere sul tavolo strategie per centrare gli obiettivi. Lo impongono la logica, il buon senso, la cronologia.

Il terzo campionato del Monza in Serie A finisce tra polemiche e delusioni

Ancora una settimana, poi il terzo campionato del Monza in Serie A passerà agli archivi. Meno male che manca davvero così poco al momento in cui la pagina potrà essere girata. Ammetto che mi è stato difficile scrivere editoriali inerenti una retrocessione che è stata certificata solo un paio di settimane fa, ma che è virtuale da oltre tre mesi. Periodo durante il quale ne abbiamo sentite dire di tutti i colori. Qualche esempio?Bocchetti è stato l’autore della salvezza del Verona di due campionati fa” e Lekovic è fortissimo”. Breve ma necessario ripasso storico e tecnico: Zaffaroni era il vero allenatore di quel Verona, Lekovic non è fortissimo neppure per giocare in una o due categorie inferiori alla Serie A. E poi “Apprendo da voi giornalisti che la società è in vendita”, in un misto di presa in giro, goffaggine e inadeguatezza.

Alessandro Nesta: un esempio di professionalità nonostante la retrocessione

Può sembrare paradossale quel che sto per scrivere, ma lo faccio con grande convinzione. C’è una sola persona che, in quanto a dichiarazioni e comportamenti, mi ha sempre convinto in questa stagione. Si chiama Alessandro Nesta. Ripeto, può sembrare paradossale questo mio convincimento, se si considera il risultato sul campo della squadra biancorossa. 

E’ evidente che ogni mio riferimento esula dal lato tecnico. Il Nesta allenatore non mi ha soddisfatto, travolto da quei mutamenti della linea proprietaria e societaria cui non è riuscito a fare da baluardo nei confronti del gruppo. Ma il Nesta uomo si è confermato quel fuoriclasse che è sempre stato sul campo da giocatore. Ci ha sempre messo la faccia, quando quasi tutti la nascondevano. Ci ha messo sincerità, schiettezza e tanta onestà. Ha ammesso le proprie colpe, i propri limiti, nel silenzio generale di tutti gli altri attori. E’ tornato alla guida di un Monza da cui era stato malamente esonerato poche settimane prima, ritrovandosi con una squadra palesemente indebolita dopo il mercato disastroso di gennaio.

E poi, dulcis in fundo, la scelta di non mostrarsi in passerella a Roma nella settimana in cui, oltre a giocarsi la finale di Coppa Italia, la sua Lazio celebrava il venticinquesimo anniversario del suo ultimo scudetto. Quella Lazio di cui Nesta era capitano. “Non sono andato alla festa perché c’era allenamento. E l’allenatore non può andar via. Sennò come posso ottenere dai miei giocatori di andare a mille e onorare il campionato fino all’ultimo?”. Chapeau, Alessandro! Una lezione di vita e di comportamento da gran signore. Ti voglio ricordare così, nonostante la retrocessione. Paolo Corbetta