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Adesso mi sento in colpa. Perché non gli avevo ancora spedito il libro. Era tutto pronto ma qualche giorno fa un amico di entrambi mi aveva chiesto di andare insieme a portarglielo a casa sua la settimana prossima. Ed io avevo accolto la proposta con entusiasmo. Perché Franco stava lottando alla grande. Lui che in campo usava più il fioretto aveva sguainato la sciabola per combattere – sempre a testa alta come quando indossava la maglietta numero 6, la fascia da capitano e dirigeva da par suo la difesa biancorossa – quel bastardissimo avversario che lo aveva aggredito meno di un anno fa. Alla presentazione di ‘Amarcord’ nel novembre 2022 era in forma perfetta. Invidiabile. Conserverò per sempre i suoi whatsapp pieni di speranza e positività. L’ultimo a metà ottobre “la strada è ancora lunga ma ce la farò. Non sono purtroppo ancora in condizione di muovermi autonomamente e quindi con grande rammarico devo declinare l’invito alla presentazione del tuo libro. Ti ringrazio comunque e a te e moglie un forte abbraccio. Grazie.”               Grazie a Te, Franco. Per quello che sei stato anni or sono: un riferimento sicuro, un capitano gigante per il nostro Monza. Grazie a Te, Franco. Per quello che sei stato negli ultimi mesi: un grande esempio di come si può e si deve affrontare il più subdolo dei nemici. Adesso mi sento in colpa. Ma se chiudo gli occhi Ti rivedo al Sada: perno difensivo centrale. Alto. Fiero. Pieno di stile. E la colpa si addolcisce in quel sogno biancorosso che Tu hai contribuito ad alimentare in campo. E che noi ci impegniamo a tenere sempre vivo con le parole.

 

Fiorenzo Dosso