Femminicidio Senago, nuova condanna: la decisione che colpisce (ancora) famiglia Impagnatiello
Il Tribunale civile di Milano ha condannato la cognata di Alessandro Impagnatiello a risarcire la famiglia di Giulia Tramontano per la vicenda dell’auto

Il Tribunale civile di Milano ha condannato la cognata di Alessandro Impagnatiello, l’ex barman autore del femminicidio di Giulia Tramontano, a risarcire con circa 25 mila euro la famiglia della vittima. Alla donna, moglie del fratello dell’imputato, era stata infatti intestata l’auto del killer, una Volkswagen T-Roc, due mesi dopo il delitto del maggio 2023.
Secondo i giudici, l’operazione aveva un obiettivo preciso e lo riportano i colleghi di Corriere.it: ridurre il patrimonio di Impagnatiello per sottrarlo ai risarcimenti già stabiliti in sede penale a favore dei genitori e dei fratelli di Giulia. Una mossa ritenuta consapevole e finalizzata a ostacolare i diritti dei familiari della giovane uccisa.
L’auto del femminicidio e la decisione dei giudici di Milano
Quella stessa auto non era un mezzo qualunque: fu utilizzata da Impagnatiello per trasportare il corpo della compagna incinta per diversi giorni, fino al ritrovamento in un’intercapedine di alcuni garage. La vicenda ha reso ancora più dolorosa la controversia legata al veicolo, venduto alla cognata a un prezzo inferiore al valore reale.
Il giudice Francesco Pipicelli ha stabilito che la vendita non fosse un atto legittimo ma una strategia per eludere le richieste creditorie della famiglia Tramontano. Per questo la donna è stata condannata non solo alla restituzione equivalente del valore dell’auto, ma anche al pagamento delle spese legali.
Gli avvocati della famiglia hanno sottolineato come il vero obiettivo fosse evitare che quel veicolo “andasse in giro liberamente”, poiché non era stato completamente sequestrato dalla Procura. Ad oggi, dell’auto non risulta alcuna traccia.
