Il nuovo Mondiale per Club: tra entusiasmo e polemiche, ecco un primo bilancio

Il Mondiale nei numeri: tra stadi e televisione
Sono molti i fattori che influenzano il numero di spettatori allo stadio: orario, prestigio delle squadre e clima. Ma guardando ai dati, la media spettatori per le gare giocate è attualmente di poco inferiore ai 35.000. Il primato di affluenza spetta a PSG-Atletico Madrid, con oltre 80.000 spettatori, ma per tasso di riempimento svetta Bayern Monaco-Boca Juniors, con quasi 70.000 presenze e un riempimento del 91%. Inserito nella classifica dei top 5 campionati europei, il Mondiale per Club si posiziona terzo per media spettatori, dietro a Premier League e Bundesliga, ma davanti alla Serie A. Tuttavia, per quanto riguarda il riempimento degli stadi, il torneo è ultimo con una media del 56%, ben lontana dalla Ligue 1, che supera l’86%.
A livello televisivo, la competizione sta ottenendo ottimi risultati. DAZN trasmette tutte le partite in maniera gratuita, mentre Mediaset ha acquistato i diritti per la migliore partita del giorno. Sabato scorso, su Canale 5, la sfida tra Inter e Urawa Red Diamonds ha registrato il 20,5% di share, con 2,79 milioni di spettatori, superando anche Rai 1, che ha avuto 1,9 milioni di spettatori. E non è solo una questione di squadre italiane: anche i match di Al Hilal, Inter Miami di Messi, Atletico Madrid e Real Madrid hanno superato spesso il milione e mezzo di spettatori, smentendo almeno in parte le critiche iniziali.
Le critiche: troppi impegni per i calciatori
Non mancano però le polemiche. L’ex tecnico del Liverpool Jürgen Klopp ha definito il nuovo Mondiale per Club “una follia assoluta, la peggiore idea mai sperimentata nel calcio”, temendo infortuni senza precedenti per i calciatori. Il suo è un grido d’allarme chiaro: zero recupero tra una stagione e l’altra. Lo scorso anno si sono giocati Europei e Copa America, quest’estate il Mondiale per Club e il prossimo anno ci saranno i Mondiali delle nazionali. Chi partecipa a tutte queste competizioni non ha mai un vero momento per ricaricare le energie, né fisicamente né mentalmente. Una situazione insostenibile. Tuttavia, i milioni in palio per le squadre partecipanti sembrano mettere a tacere le polemiche, con le big europee pronte a tutto pur di vincere il titolo. Non solo il mancato riposo tra le criticità: anche il clima incerto americano, che porta all’interruzione delle partite anche per più di un’ora, è una grande problematica per le squadre.
A tal proposito, l’allenatore del Chelsea Maresca si è espresso così dopo l’ultima partita della sua squadra contro il Benfica, sospesa al minuto 85 per oltre 100 minuti: “Dopo la pausa la partita è cambiata completamente. Per me, personalmente, questo non è calcio. Non puoi stare dentro uno spogliatoio per due ore. Capisco i motivi di sicurezza, ma se ne sospendi sei, sette, probabilmente questo non è il posto giusto per fare questa competizione.” Andrea La Manna.
Lunedì torna “Monza una città da Serie A”
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