Serie A è sempre meno italiana: tra investimenti e identità, cambia il volto del nostro calcio
Il campionato più amato dagli italiani si trasforma sotto la spinta dei fondi esteri. Ma quali sono le conseguenze per club, tifosi e tradizione?

Serie A e proprietà straniere: il nuovo volto del calcio
Il dato è chiaro: su 20 club di Serie A, solo 8 sono ancora a proprietà italiana. Gli altri sono finiti sotto il controllo di fondi stranieri, soprattutto americani, che puntano a trasformare il calcio in un prodotto da massimizzare.
Negli anni Novanta, era impensabile immaginare l’Inter senza i Moratti, il Milan senza Berlusconi, o la Juve senza gli Agnelli. Oggi, però, le dinamiche sono cambiate. I costi di gestione sono cresciuti in modo esponenziale e le vecchie proprietà familiari faticano a tenere il passo con un modello sportivo sempre più vicino a quello delle multinazionali.
I nuovi acquirenti non cercano la gloria sportiva fine a se stessa, ma puntano a valorizzare il brand, aumentare i ricavi, e – nei casi migliori – rivendere con profitto. Sponsorizzazioni, diritti TV, marketing internazionale: in questo scenario, chi investe vuole ritorni concreti, non emozioni.
L’imminente passaggio dell’Udinese agli americani e l’ipotesi di una cessione del Monza Calcio sono solo gli ultimi esempi di una tendenza inarrestabile. Solo pochi club – come Napoli, Torino e Lazio – continuano a seguire modelli sostenibili, mantenendo radici italiane e una gestione più tradizionale.

Fondi stranieri e passione calcistica: equilibrio possibile?
Il dibattito è acceso: è ancora possibile unire investimenti stranieri e passione italiana? Secondo molti, sì, a patto che si mantenga vivo il legame con il territorio e i tifosi. Il rischio, però, è che il calcio italiano perda progressivamente il suo volto autentico, sacrificato sull’altare del profitto.
Le parole di Massimo Moratti restano emblematiche: “I costi sono esplosi. La passione non bastava più.” Un’ammissione onesta, che fotografa la difficoltà di conciliare l’amore per una squadra con i conti da far quadrare. Tuttavia, ci sono modelli virtuosi, come quello di Exor per la Juventus o di De Laurentiis per il Napoli, che dimostrano come si possa rimanere competitivi senza svendere tutto.
Il futuro della Serie A si gioca su un equilibrio delicato: da un lato la necessità di crescere economicamente, dall’altro la volontà di non perdere la propria identità culturale. I tifosi hanno un ruolo centrale in questa partita: sono loro, con la loro presenza, le loro voci e le loro scelte, a tenere vivo lo spirito autentico del nostro calcio.
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Alessandro Sangalli