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Vista da fuori sembra a tutti gli effetti una partita di calcio come tutte le altre. Osservata – ed ascoltata! – meglio invece iniziano a notarsi i particolari: la palla che suona, qualche giocatore con una mascherina sugli occhi, tanta collaborazione verbale.
Vissuta da dentro si capisce invece l’essenza dell’iniziativa: una partita tra giocatori non vedenti, ipovedenti e normovedenti, con squadre miste ed un set molto particolare di regole che garantisce a tutti di potersi confrontare all’interno di un rettangolo che parla una lingua universale, ovvero quella del calcio.
Quella giocata martedì 12 novembre è soltanto la prima di una serie di partite ed eventi che coinvolgeranno i giocatori non vedenti ed ipovedenti che, ormai da inizio ottobre, hanno iniziato un percorso di allenamento calcistico vero e proprio. Tutti i martedì si ritrovano al campo d’allenamento della Juvenilia-Fiammamonza in via Giotto per allenarsi, crescere assieme, divertirsi con il supporto dei mister Alessandro e Flavio. Lo scopo di tutto ciò? Socializzare, includere, far divertire persone con importanti problematiche legate alla vista ma anche sensibilizzare il ‘resto del mondo’ su questo tema. La sfida, soprattutto per i normovedenti, è indossare una mascherina e totalmente al buio cimentarsi in una partita di calcio; il risultato è quello di perdere ogni riferimento (visivo …) e doversela cavare in altro modo. Il calcio, però, resta quello conosciuto ed è senza esclusione di colpi!
L’iniziativa è sostenuta nella sua globalità da due importanti realtà locali: la storica Juvenilia-Fiammamonza in particolare ospita presso le proprie strutture l’attività e la polisportiva Free Moving (associazione che organizza corsi sportivi per atleti con disabilità visiva) che coordina il tutto. Sfida impegnativa che però tutti stanno portando avanti con grande determinazione: il calcio, ancora una volta, dimostra di essere uno sport che unisce tutti.