Sotto le luci dell’Arengario a Monza una notte diversa dal solito
Un evento inatteso ha trasformato un simbolo storico della città in un luogo di incontro, calore e solidarietà

Venerdì 17 ottobre, nel cuore di Monza, l’Arengario si è trasformato in qualcosa di inedito: da monumento storico a ristorante all’aperto per i più bisognosi.
In occasione della Giornata mondiale di lotta contro la povertà, il celebre chef Vincenzo Butticè, tra i cuochi più amati della città, ha guidato una serata che ha unito alta cucina e solidarietà.
L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Monza e promossa in collaborazione con diverse realtà del territorio, ha visto la partecipazione di studenti, volontari e cittadini.
Una lunga tavolata sotto i portici dell’Arengario ha accolto decine di persone, creando un momento unico di condivisione e umanità nel cuore della città.
Una tavolata che unisce storie, sorrisi e speranza
L’assessore Egidio Riva, presente all’evento, ha raccontato sui social:
“Monza ha mostrato il suo volto più bello.
Un’unica lunga tavolata per dire che condividere fa bene al cuore”.
Il piatto simbolo della serata è stato la pasta e fagioli, scelto dallo chef come “emblema della cucina popolare italiana”.
“Un piatto semplice – ha spiegato Butticè – ma capace di unire Nord e Sud, ricchezza e povertà, in un abbraccio di sapori e valori”.
Quella che poteva sembrare solo una cena è diventata invece un gesto di comunità, un invito a non dimenticare chi vive situazioni di fragilità e solitudine.
Studenti e volontari protagonisti di una lezione di vita
Accanto allo chef, gli studenti dell’Istituto Olivetti, scuola dove Butticè insegna, hanno cucinato e servito ai tavoli.
Un’esperienza che li ha resi protagonisti di una lezione di solidarietà concreta, vissuta lontano dai banchi ma vicina alle persone.
“La soddisfazione più grande è nell’arte del donare e del donarsi”, ha raccontato lo chef, sottolineando come il valore più profondo della cucina non sia nel piatto, ma nel gesto.
L’assessore Riva ha voluto ringraziare tutti i partecipanti: “Un grazie di cuore va ai volontari, all’Associazione Culturale Geniattori, all’Istituto Olivetti, allo chef Butticè e a ogni cittadino che ha portato calore, ascolto e solidarietà”.
Sotto i portici dell’Arengario, Monza ha riscoperto se stessa: una città che sa accogliere, condividere e rendere la solidarietà parte della sua identità.
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