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Negli ultimi mesi il tema della sicurezza urbana è tornato al centro del dibattito pubblico, soprattutto nelle aree più frequentate della città. Le zone della movida milanese, in particolare, hanno visto crescere l’attenzione delle forze dell’ordine, impegnate a monitorare situazioni spesso delicate.
A preoccupare non sono solo i numeri, ma anche la natura di alcuni episodi che hanno messo in allarme residenti e istituzioni.
In questo contesto, le attività investigative hanno permesso di far luce su dinamiche violente che hanno coinvolto giovanissimi, con sviluppi giudiziari immediati.
Le ultime operazioni hanno portato alla ricostruzione di una vicenda che ha lasciato segni profondi sulla vittima e sulla comunità.

Polizia

Tentato omicidio e rapina: cinque giovani coinvolti

Secondo quanto ricostruito dalla Polizia di Stato, un episodio di tentato omicidio e rapina avvenuto nella notte del 12 ottobre in zona Corso Como a Milano avrebbe visto protagonisti cinque ragazzi italiani, tre dei quali minorenni. Il gruppo avrebbe prima importunato un 22enne, per poi strappargli dalle mani una banconota da 50 euro.
La reazione del ragazzo avrebbe scatenato una violenta aggressione: calci, pugni e due coltellate alla schiena e al torace che hanno provocato la rottura di un’arteria, la perforazione di un polmone e la lesione del midollo spinale. La vittima, sottoposta a più interventi chirurgici e a numerose trasfusioni, è rimasta per giorni in pericolo di vita e soffre tuttora di un “serio pregiudizio delle funzioni vitali”.

Le indagini sono state condotte dagli agenti del Commissariato Garibaldi Venezia, che hanno analizzato le immagini delle videocamere della zona e ricostruito l’intera sequenza dei fatti. Dai filmati emergerebbe anche come gli aggressori abbiano continuato a infierire mentre il giovane era già a terra.

Indagini, prove e arresti dei cinque ragazzi

L’attività investigativa ha portato all’identificazione dei cinque giovani, tutti residenti tra Monza e dintorni. Le perquisizioni domiciliari hanno permesso di rinvenire diversi indumenti, il coltello e alcuni dispositivi telefonici che sarebbero stati utilizzati durante l’aggressione. Le analisi tecniche hanno consentito di attribuire “le responsabilità penali in capo a ciascun componente del gruppo”.

Secondo gli articoli pubblicati e gli atti dell’inchiesta, uno dei giovani avrebbe anche lasciato online un commento sarcastico riguardo al numero di aggressioni avvenute in città, mentre dalle intercettazioni depositate emergono frasi e atteggiamenti che la giudice definisce come una “sorta di compiacimento” per la violenza commessa.

I tre minorenni, tutti di 17 anni, sono stati associati all’IPM “Beccaria”, mentre i due maggiorenni, entrambi 18enni, sono stati trasferiti nel carcere di San Vittore.