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Quelli conquistati contro il Verona sono a mio giudizio i tre punti più importanti della gestione Palladino. Non solo per il rassicurante margine che ora il Monza ha sulla terz’ultima in classifica; ma anche e soprattutto perché, dopo tre sconfitte consecutive, il successo riporta serenità, genera autostima e infonde sicurezza. Di contro, non mi sembra che la prestazione resa contro la squadra di Bocchetti sia stata la migliore delle sette gare di campionato sotto la guida tecnica di Palladino. Il che non significa nulla, perché chi vuole salvarsi deve anzitutto badare al sodo, alla sostanza più che alla forma.

Sostengo da tempo che il Monza è stato spesso troppo poco “operaio” in questo suo primo torneo in serie A. E’ accaduto con Stroppa in panchina, ma tale atteggiamento si è manifestato anche con l’attuale gestione tecnica. Ad esempio a Empoli e nella gara interna col Bologna, tanto possesso palla finalizzato a sé stesso, perché i punti alla fine li hanno portati a casa gli altri. Ecco, la partita col Verona mi ha trasmesso la sensazione che il Monza abbia saputo soffrire e centrare il traguardo con tenacia e determinazione, non certo grazie ad un gioco particolarmente entusiasmante. La prestazione di intensità, di spessore e di coraggio che alla vigilia aveva auspicato Palladino è stata forse inferiore alle attese, ma sono arrivati quei tre punti che sono la cosa più importante, soprattutto per chi deve arrivare prima possibile alla salvezza. Sarò poco romantico e ne sono consapevole. Ma in questo caso la concretezza tipica del brianzolo prende il sopravvento in me…

Concludo con una considerazione, che potrebbe sembrare una battuta, ma che, visti gli ultimi accadimenti, non è tale e non vuole mancare di rispetto a nessuno. Dopo la follia di Assago in cui è stato coinvolto il povero Pablo Marì, la sfortuna si è accanita anche nei confronti di Stefano Sensi. Due colonne portanti di un Monza costretto a fare a meno di loro per molto tempo. Forse le preghiere di Adriano Galliani, che durante le gare interne si reca al Duomo di Monza, non sono più sufficienti per una protezione dall’alto. Occorre qualcosa di più “impegnativo”, che veda coinvolta tutta la squadra. In occasione della lunga sosta per il Mondiale in Qatar, perché non organizzare un’amichevole internazionale nella zona di Lourdes e ricevere una bella benedizione? Auguri Stefano, aspettiamo di vedere te e Pablo in campo quanto prima. Paolo Corbetta