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Due risparmiatori arcoresi sono caduti nella trappola di una complessa truffa internazionale legata alle criptovalute. Attratti dalla promessa di guadagni facili e sostanziosi, hanno affidato circa 250mila euro a sedicenti consulenti finanziari. Il meccanismo era ben collaudato: banner pubblicitari su internet di finte società finanziarie, contatti telefonici per guadagnare la fiducia e la promessa di investimenti ad altissimo rendimento. Inizialmente, per rendere il tutto più credibile, venivano persino corrisposti dei piccoli interessi, un'esca per convincere le vittime a versare somme sempre più ingenti. Purtroppo, dietro non c'era nessun reale investimento: il denaro veniva rapidamente spostato su conti esteri, convertito in criptovalute e fatto sparire, lasciando i due risparmiatori senza più notizie dei loro soldi. Fortunatamente, in questo caso, la prontezza dei carabinieri, allertati dalle vittime, sembra aver permesso di bloccare e recuperare buona parte del malloppo prima che si volatilizzasse completamente.

Rete criminale: le indagini svelano l'organizzazione

Questa vicenda ha scoperchiato un vaso di Pandora, rivelando l'esistenza di una vasta rete criminale con ramificazioni internazionali, dall'Albania alla Romania e in altri paesi europei. Le indagini, coordinate dalla Procura di Palermo, hanno messo in luce un'organizzazione sofisticata e strutturata, specializzata in questo tipo di frodi. Il primo contatto avveniva tramite un call center, dove finti esperti finanziari, con modi affabili e convincenti, illustravano le fantastiche opportunità offerte dalle criptovalute. Una volta conquistata la fiducia della preda, la convincevano a effettuare bonifici su conti correnti italiani ed esteri, svuotando di fatto i loro risparmi. Si tratta di un fenomeno criminale tra i più pericolosi e complessi da contrastare nel panorama attuale.

Indagini complesse tra intelligence e blockchain

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Le forze dell'ordine si trovano di fronte a indagini sempre più ardue, che richiedono un approccio su più fronti. Si utilizzano metodi investigativi tradizionali, ma anche e soprattutto attività di intelligence sulla blockchain, l'analisi del materiale informatico sequestrato e il tracciamento dei flussi di denaro. Gli specialisti del Cosc (Centro operativo per la sicurezza cibernetica) lavorano senza sosta per ricostruire l'organigramma di queste bande, identificando i ruoli di ciascun membro e le società di comodo create appositamente per riciclare i proventi illeciti della truffa. Un lavoro minuzioso e costante per assicurare i responsabili alla giustizia e tentare di recuperare il denaro sottratto ai malcapitati.

Lunedì torna Monza una città da serie A

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