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Doveva essere un passo avanti per le famiglie più fragili, ma si è trasformato in un muro.
Il Consiglio regionale della Lombardia ha detto no alla proposta che chiedeva di distribuire gratuitamente prodotti igienici femminili e pannolini per l’infanzia alle persone in difficoltà economica.
La mozione, presentata dal consigliere Paolo Romano (Pd) e sostenuta da Italia Viva e Alleanza Verdi-Sinistra, non è passata.
Il dibattito, acceso e trasversale, ha spaccato l’aula su un tema che tocca salute, dignità e politiche familiari.


Cosa prevedeva la mozione su igiene femminile e infanzia

Il documento presentato dall’opposizione chiedeva alla Regione di:

svolgere un’indagine tramite Polis Lombardia sulle persone in difficoltà economica;

confrontarsi con Federfarma per offrire prodotti igienici femminili e per la prima infanzia a prezzi calmierati;

promuovere la distribuzione gratuita di beni di prima necessità nei luoghi pubblici;

creare spazi dedicati all’allattamento e alla cura dei bambini negli uffici pubblici;

sostenere campagne di educazione mestruale e sensibilizzazione.

Una proposta strutturata, che mirava ad affrontare la cosiddetta povertà mestruale e i costi sempre più alti per le famiglie con neonati.


La maggioranza: “Non servono campagne, ma politiche per la natalità”

A bocciare la mozione è stata la maggioranza di centrodestra, con toni netti.
Il sottosegretario Mauro Piazza (Lega) ha spiegato che “diversi progetti sono già attivi” e che “alcune richieste esulano dalle competenze regionali”.

La consigliera Alessandra Cappellari ha aggiunto:

“Non mi piace trattare il ciclo mestruale come una malattia. Non c’è bisogno di campagne educative sulle mestruazioni, ma di misure concrete per sostenere famiglie, mamme e bambini. Questo è ciò che incide davvero sulla natalità.”

Sulla stessa linea Silvana Snider, anche lei della Lega:

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Silvana Snider

“Servono risorse mirate, non campagne simboliche e ideologiche.”

Un approccio pragmatico, che però secondo l’opposizione rischia di ignorare la realtà quotidiana di chi non riesce a permettersi beni essenziali.


L’opposizione: “Un’occasione persa, serve dignità per donne e famiglie”

Il primo firmatario Paolo Romano (Pd) ha sottolineato:

“È mortificante non poter acquistare beni di prima necessità. Con questa mozione chiedevamo alla Regione di guardare alle persone che non possono scegliere.”

Duro anche Luca Paladini (Patto Civico):

“Parlava di donne, bambini, cura e diritti. È un tema collettivo che richiede politiche pubbliche.”

Delusa Paola Bocci (Pd), che ha ricordato come nel 2021 una mozione simile fosse stata approvata all’unanimità ma mai attuata:

“Quell’indagine sulla povertà mestruale non è mai stata fatta.”


“Occasione persa” secondo Patto Civico e M5S

La consigliera Michela Palestra (Patto Civico) ha parlato apertamente di “occasione persa”:

“Educazione mestruale e povertà sono collegate. Rifiutare il confronto è un passo indietro.”

Dello stesso parere Nicola Di Marco (M5S):

“Serviva il riconoscimento di situazioni umane che non dipendono dalla volontà. È un tema di dignità.”

A distanza di quattro anni dal voto unanime del 2021, la Regione Lombardia sembra aver chiuso — almeno per ora — la porta a una misura che avrebbe toccato migliaia di famiglie.