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Chiedo subito scusa all'amico e collega Fiorenzo Dosso se prendo in prestito per un’occasione speciale quella stupenda parola di conio felliniano che è Amarcord, utilizzata quale titolo della sua bellissima rubrica e del suo libro. La scomparsa di Gianluca Vialli mi fa andare con la mente a quarant’anni fa. Non ero ancora giornalista e tantomeno corrispondente de La Gazzetta dello Sport. Papà Angelo occupava ancora il suo posto nella tribuna stampa del Sada.

Da qualche tempo Enrico Camesasca, storico giornalista monzese che da alcuni anni Il Giornale di Montanelli aveva incaricato di seguire la Cremonese, “martellava” mio padre e me dicendoci che dalle giovanili grigiorosse stava emergendo un fuoriclasse. “E’ facile da riconoscere – ci ripeteva nel suo colorito dialetto monzese – perché ha i capelli neri ricci e foltissimi”. Appena diciottenne, Vialli realizzò proprio al Sada la prima rete in campionato della Cremonese della stagione 82/83. Era la seconda giornata del torneo e nonostante il successivo pareggio di Marronaro, il Monza neopromosso in B di Jimmy Fontana uscì poi sconfitto per 2 a 1.

Il ricordo, più nitido di quello appena descritto, va poi alla stagione seguente. Fine ottobre 1983, sulla panchina biancorossa siede stavolta Guido Mazzetti, subentrato a Fontana poco meno di un anno prima. Il Monza che deve affrontare i grigiorossi nuovamente guidati da Mondonico è costretto a dover rinunciare a molti dei difensori titolari per infortuni e squalifiche. Il “Sor Guido” si inventa Angelo Colombo in marcatura su Vialli, con Angiolino Gasparini a seguire l’altra punta che è Nicoletti. Il biondo laterale monzese ben si adatta all’inedito ruolo e Gianluca non sembra in grado di poter nuocere più di tanto. Ma la distrazione è dietro l’angolo ed il giovane attaccante della Cremonese ne approfitta immediatamente per piazzare il colpo vincente e realizzare il terzo dei suoi dieci gol in campionato che contribuiranno alla promozione in serie A della squadra del presidente Luzzara. 

Del Vialli campione d’Italia con la Sampdoria, poi capitano della Juventus vincitrice della Champions League nel 1996 e pilastro della Nazionale azzurra conosciamo tutto. Anche i più giovani ne avranno sentito parlare dal papà o dal nonno. Il mio ricordo di Gianluca Vialli vuol essere quello di un ragazzino con tanti capelli ricci e neri che castigò il mio Monza per ben due volte sul prato del vecchio Sada. Caro Enrico Camesasca, quanta ragione avevi nel definirlo un fenomeno!