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Quanti spunti mi offre l’ultima gara del Monza di questo suo bellissimo 2023. Anzitutto, scrivo subito di ciò che più conta: l’ottimo punto conquistato al Maradona. Sì, ottimo, a prescindere dal rigore fallito da Pessina di cui tratterò più avanti. Ottimo perché alla vigilia lo avremmo sottoscritto senza se e senza ma. Ed ottimo perché consente il perfetto rispetto di quella tabella di marcia (4 punti in 5 gare) che l’amico e collega Fiorenzo Dosso mi aveva preventivato come ideale e da sottoscrivere per il terribile calendario del mese di dicembre.

A Napoli abbiamo visto un  Monza che si è scrollato di dosso quel torpore mentale da cui era stato assalito in alcuni momenti della gara a San Siro col Milan e per quasi l’intero match casalingo con la Fiorentina. I biancorossi hanno mostrato concentrazione, determinazione, carica nervosa e voglia di lottare contro una squadra di qualità superiore. Magari non guidata benissimo in panchina, se è vero che Walter Mazzarri, non proprio uno che ha scritto pagine indimenticabili nella storia del calcio italiano, ha giustificato  il mancato successo del Napoli esclusivamente con le presunte scorrettezze ai danni di Kvaratskhelia da parte dei giocatori del Monza non sanzionate dall’arbitro Di Bello. Non una minima autocritica nei confronti di una squadra che gioca male e che non riesce a concretizzare quelle occasioni da rete che costruisce con un calcio piuttosto disordinato. 

C’è però un tema su cui vorrei fare un approfondimento. In modo soppesato e pacato, “di testa” e non “di pancia” e, soprattutto, senza pretesa di dire verità inconfutabili.  Ma perché sostenere in  modo assoluto, come fatto da molti, che col rigore non trasformato da Pessina si è buttato alle ortiche un successo sicuro? Ma chi lo ha detto che, andando in vantaggio, il Monza avrebbe sicuramente vinto la gara? Tutti avremmo voluto vedere il capitano infilare Meret, ma questo non avrebbe portato alla certezza assoluta di vincere la partita. Il Napoli si sarebbe probabilmente buttato tutto in avanti alla ricerca del pari, che avrebbe potuto trovare subito; oppure si sarebbero potuti creare spazi per il contropiede biancorosso. Tutte ipotesi, nessuna certezza. 

Da ultimo. Pessina ha calciato malissimo il penalty. Detto questo, gli insulti che ho visto sui social (di cui non sono notoriamente un appassionato…) da parte di certi pseudo-tifosi sono vergognosi e ingiusti nei confronti di un ragazzo serio e corretto, oltre che il giocatore biancorosso più rappresentativo. Se la platea del tifo deve essere allargata a persone di livello rasoterra come quelle che rilasciano certi giudizi, meglio rimanere pochi ma buoni. Di questi tifosi e di quelli da salotto (che quando il Monza conquista i tre punti ti dicono “abbiamo vinto”, mentre quando va male se ne escono con un “come avete fatto a perdere…”) ne facciamo volentieri a meno.  

Paolo Corbetta