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Il Cenone della Vigilia è uno dei pochi momenti dell’anno in cui la tavola diventa un fatto culturale prima ancora che gastronomico. Non è il numero dei piatti a fare la differenza, ma la coerenza del menu. Tradizione, gusto e misura: se manca uno di questi tre elementi, la serata perde forza.

Questo è un menu pensato per funzionare davvero: riconoscibile, rassicurante, senza inutili virtuosismi. Un Cenone che mette d’accordo chi cucina e chi mangia.


Antipasti: partire bene è metà del lavoro

natale

L’antipasto deve creare atmosfera, non stancare. Deve essere immediato, caldo, conviviale.

I pancarrè fritti con prosciutto cotto sono una scelta semplice e vincente: piacciono a tutti, parlano di casa e spariscono in fretta. I crocché di patate completano il quadro con la loro consistenza decisa e il sapore pieno. Sono cibo vero, senza sovrastrutture.

A bilanciare arrivano l’insalata di rinforzo, necessaria per dare freschezza, e frittelle di alghe o zeppoline, che aggiungono profumo e identità al tavolo. È un inizio ricco, ma ordinato.


Primi piatti: mare e terra, senza forzature

Due primi hanno senso solo se ben distinti. Qui il dialogo è chiaro.

Le bavette con pomodoro e moscardini sono un piatto di precisione: sugo ben ristretto, moscardini teneri, equilibrio tra dolcezza e sapidità. È un primo elegante nella sua semplicità.

I cannelloni con macinato di scottona rappresentano la parte più confortante del menu. La qualità della carne fa la differenza, così come una besciamella leggera e una cottura accurata. È il piatto che dà struttura al Cenone, senza appesantirlo.


Secondi: la Vigilia resta fedele alla sua regola

Il secondo non ha bisogno di reinterpretazioni. La frittura di pesce è un classico che funziona solo se eseguito con rigore.

Il baccalà fritto deve essere asciutto, croccante, servito caldo. I calamari e gamberi fritti completano il piatto, a patto che l’olio sia pulito e la frittura rapida. Qui la tecnica conta più della fantasia.


Contorni: il ruolo silenzioso ma decisivo

Un’insalata mista fresca e verdure di stagione servono a mantenere equilibrio durante la cena. Non sono un dettaglio: aiutano il ritmo del pasto e permettono di arrivare al dolce senza affaticamento.


Dolci: chiudere senza eccessi

Gli struffoli sono irrinunciabili. I roccocò danno carattere e chiudono il cerchio della tradizione. Panettone e pandoro, serviti con ordine, completano la tavola senza bisogno di altro.


Il finale giusto

Caffè, un amaro o un limoncello, frutta secca e agrumi. Fine.
Il Cenone non deve trascinarsi: deve concludersi con naturalezza.


Un menù da leccarsi i baffi

Questo non è un menu che cerca di stupire.
È un menu che funziona, perché è coerente, realistico e ben costruito.
Ed è esattamente quello che un Cenone della Vigilia dovrebbe essere.