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Sorprendente. Ma anche esaltante, strabiliante, incredibile, (forse) irripetibile. Si fa fatica a trovare l’aggettivo più adatto per inquadrare nella maniera migliore e più rappresentativa la prima stagione in serie A del Monza. Difficile trovare la parola giusta, mi sembra molto meglio che ognuno attinga al proprio vocabolario per bollare quest’annata magica. Annata che continua a darci soddisfazioni anche dopo il raggiungimento della salvezza aritmetica con sei turni ancora da disputare.

 La tenacia e la determinazione con cui la squadra di Palladino interpreta questo scorcio finale di campionato è ciò che mi stupisce di più. Ecco perché “sorprendente” è la parola che ho messo per primo nella mia personalissima lista degli aggettivi. Devo dire che alla fine del primo tempo della gara di Reggio Emilia non ero così convinto che tenacia e determinazione fossero quelle abituali. Ho vivamente sperato che il rigore trasformato da Berardi negli ultimi secondi prima dell’intervallo fosse lo schiaffo necessario per suonare la carica ad un Monza mentalmente un po’ imballato. Così è stato e nella ripresa le cose sono decisamente cambiate. “La possibilità di effettuare cinque sostituzioni – le parole di mister Palladino – ha cambiato il calcio. Io credo molto nella bontà dei cambi, è un’opportunità per ribaltare le partite”. Perfettamente d’accordo. E aggiungo che Palladino ha nelle proprie corde la capacità di leggere le gare in corso ed effettuare i giusti cambi come poche altri tecnici.

C’è un’altra cosa che mi sorprende piacevolmente di questo Monza meraviglioso debuttante nella massima serie. Ed è la sfrontatezza con cui ha affrontato e affronta ogni match. Aver vinto sette volte fuori casa (con la stranezza di averlo fatto sempre in trasferte vicine, mai un successo esterno più a sud di La Spezia) è un chiaro segnale di volersela giocare sempre con tutte le avversarie, senza fare calcoli di opportunità. E l’ottava posizione in classifica è il giusto riconoscimento per questo atteggiamento che caratterizza la squadra.

Un’ultima nota. C’è davvero tanta Monza (intesa come città) in questo Monza (inteso come squadra). Che bello vedere un monzese di nascita come Matteo Pessina siglare il gol del successo sul Sassuolo prima della cavalcata verso l’altro lato corto del campo per festeggiare davanti ai tifosi biancorossi. Uno spettacolo unico, di cui sicuramente sarà fiero Adriano Galliani, il cui libro “Le memorie di Adriano G.” (scritto da Luigi Garlando) è arrivato in libreria negli ultimissimi giorni. Libro in cui Monza ed il Monza sono spesso citati dall’AD biancorosso, un monzese doc che, per usare le sue parole, “è andato in prestito al Milan per trent’anni”. Paolo Corbetta