Il 13 dicembre è davvero il giorno più corto che ci sia? 5 cose che non sai su Santa Lucia
Scopri 5 curiosità su Santa Lucia: reliquie, la leggenda degli occhi, cuccìa, la festa in Svezia e come la tradizione arriva fino in Lombardia
Santa Lucia, martire siciliana del IV secolo, è una figura affascinante che unisce fede cristiana, miti medievali e usanze popolari in Italia e oltre.Il suo nome è legato alla luce, alla protezione della vista e a riti che uniscono fede e folclore. In molte regioni italiane, la tradizione della santa è ancora un momento molto atteso, soprattutto dai più piccoli. Anche nel Nord Europa Santa Lucia è rappresentata come portatrice di luce nei giorni più bui dell’inverno.
Ecco alcune curiosità poco note, supportate da fonti storiche e culturali in vista di domani, sabato 13 dicembre, giorno in cui si festeggia la santa.

Le reliquie "rapite" dai veneziani: da Siracusa a Venezia via Costantinopoli
Le spoglie di Santa Lucia furono martirizzate a Siracusa nel 304 d.C., ma nel 1039 vennero trasferite a Costantinopoli per proteggerle dalle invasioni saracene. Nel 1204, durante la Quarta Crociata, i veneziani le portarono a Venezia come bottino di guerra, dove oggi riposano nella chiesa di San Geremia (nonostante un furto moderno nel 1981).
Questa "traslazione" ha creato una rivalità storica tra Siracusa e Venezia, con la tomba originale rimasta vuota.
La leggenda degli occhi: un'invenzione medievale?
La storia più iconica di Santa Lucia – quella degli occhi strappati durante il martirio e poi miracolosamente ricresciuti – non appare nei resoconti antichi, ma solo nel Medioevo, circa 800 anni dopo la sua morte, nella "Legenda Aurea" di Jacopo da Varagine. Il martirio originale prevedeva invece una ferita alla gola, e il legame con la vista deriva dal nome "Lucia" (da "lux", luce in latino), rendendola protettrice degli occhi. Non è chiaro se sia basata su fatti reali o su un simbolo per enfatizzare la sua devozione.
In Svezia, una "Santa Claus" bionda con candele in testa
Nei paesi scandinavi, specialmente in Svezia, il 13 dicembre Santa Lucia è festeggiata come portatrice di luce nel buio invernale: una ragazza vestita di bianco indossa una corona di candele (un tempo vere, con rischi di incendi!) e distribuisce dolci come i "lussekatter", buns allo zafferano a forma di gatto con uvetta per occhi. Questa tradizione, che mescola il martirio siciliano con elementi pagani nordici, è diffusa dal Medioevo ma fu popolarizzata nel XX secolo.
Nel Nord Italia, porta regali con un aiutante "spaventoso"
In zone come Bergamo e Brescia, Santa Lucia è la "Babbo Natale" locale: arriva il 13 dicembre con doni per i bambini buoni, ma accompagnata dal Castaldo, un vecchietto inquietante (a volte descritto come cieco o diabolico, simile al Krampus). I bimbi lasciano caffè per lei, una carota per l'asino e vino per il Castaldo, in una tradizione che mescola gioia e un pizzico di paura.
La tradizione siciliana: digiuno dal grano e arancini per ricordare un miracolo
A Siracusa e in Sicilia, il 13 dicembre si evita pane e pasta in ricordo di una carestia del 1646, quando navi cariche di grano arrivarono miracolosamente in porto (attribuito all'intercessione di Santa Lucia). Si mangiano invece cuccia (grano bollito dolce) o arancini, in una festa che unisce devozione e gastronomia popolare.
Il proverbio sul "giorno più corto": un retaggio del calendario giuliano
Il famoso detto "Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia" non è vero oggi, dato che il solstizio d'inverno (il giorno con meno ore di luce) cade intorno al 21-22 dicembre. Tuttavia, ha un'origine storica: nel calendario giuliano (in uso fino al 1582), il solstizio coincideva proprio con il 13 dicembre. La riforma gregoriana spostò le date di 10 giorni, ma il proverbio popolare è sopravvissuto come eco di quell'epoca, legando la santa alla "luce" che torna dopo il buio invernale.



