x

x

C’è un vento nuovo che soffia su Monza. Un vento che porta con sé voci, cartelli, emozioni. Martedì 4 novembre, nel giorno dedicato all’Unità nazionale e alle Forze armate, la città brianzola si prepara a dire no alla guerra, no al riarmo, no alla militarizzazione.

Il messaggio arriva forte dalle realtà promotrici del corteo: il conflitto in Ucraina, le politiche della NATO e la nuova strategia europea “Readiness 2030” rischiano di trascinare l’Europa in una stagione di paura e spese militari senza precedenti.
Dietro a questi piani – spiegano gli organizzatori – si nasconde un gigantesco affare economico che sottrae fondi alla scuola pubblica, alla sanità e ai bisogni reali delle persone.

Come riportato anche da Radio Onda d’Urto, il corteo di Monza vuole essere una risposta civile, collettiva, a un modello di società che sembra voler investire più in missili che in futuro.


Brianza, un fronte comune per la pace e contro la militarizzazione

Dalla Brianza arriva un segnale chiaro: non si può parlare di pace se si continua a finanziare la produzione bellica.
Le stesse voci che a maggio si erano fatte sentire durante l’Italian Raid Commando tornano ora in piazza per chiedere investimenti sociali, lavoro dignitoso e scuole sicure, al posto di nuovi armamenti. Il 4 novembre, Monza sarà il cuore pulsante di un movimento che non vuole rassegnarsi.
Una mobilitazione che unisce studenti, insegnanti, lavoratori e famiglie in un’unica richiesta: più pace, meno armi.