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I muretti a secco della Valtellina: 2.500 chilometri di storia

Il versante retico della Valtellina è scolpito da oltre 2.500 chilometri di muretti a secco, un sistema monumentale che sorregge i vigneti e ha trasformato pendii scoscesi in campi fertili. Questo paesaggio, riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio Immateriale dell’Umanità, è il simbolo di una viticoltura che resiste da secoli. Qui, a quote che raggiungono gli 800 metri, il sole accarezza i filari di Nebbiolo — la storica Chiavennasca — creando vini capaci di raccontare la montagna in ogni sorso.

Vini di Valtellina: eccellenza lombarda tra tradizione e fatica

Fin dal Medioevo, documenti testimoniano l’espansione dei terrazzamenti e la passione per la vite. Nel Cinquecento, sotto i Grigioni, la Valtellina contava circa 3.000 ettari vitati e una produzione che superava i 70.000 ettolitri, numeri straordinari per l’epoca. Ancora oggi, gran parte del lavoro viene svolto a mano, perché i pendii non permettono macchinari moderni: la viticoltura rimane così un gesto antico, tramandato di generazione in generazione, che rende questi vini tra i più identitari della Lombardia.


Un patrimonio di pietra e vite che continua a sfidare il tempo, raccontando la tenacia della nostra gente.
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