Il pagellone del Monza (attacco e allenatore): numeri da incubo e una guida lasciata sola
Il pagellone del Monza (attacco e allenatore): numeri da incubo e una guida lasciata sola

Di seguito il pagellone di fine anno del Monza, dedicato agli attaccanti e alla guida tecnica.
Attacco
Caprari 4,5: L’idea era quella di avere un numero 10 in grado di incantare, segnare, creare. La realtà, invece, racconta di un triennio in cui ha messo insieme appena 8 gol e 4 assist: numeri impietosi per un giocatore che, in teoria, avrebbe dovuto rappresentare il simbolo tecnico del Monza di Berlusconi. Anche quest’anno disconnesso, con atteggiamenti e linguaggio del corpo che non sono passati inosservati.
Dany Mota 5: Come i suoi gol, seppur alcuni di questi pesanti a inizio anno, ma poi è tornato quel giocatore a metà tra il talento e il rimpianto. Ha classe, è innegabile, ma non sarà mai da grande squadra, e ogni stagione che passa lo certifica sempre più.
Keita 6,5: Il giocatore giusto al momento sbagliato. Arrivato tra lo scetticismo generale, è rientrato in corsa e si è guadagnato tutto sul campo. Ha segnato, ha lottato, ha creato. Lo stacco dai suoi colleghi è evidente. Il suo problema? È arrivato troppo tardi e si è ritrovato da solo in mezzo al nulla. Troppo forte per questo Monza, ma anche troppo tardi per salvarlo.
Vignato 4,5: L’eterna promessa ancora una volta ha fatto flop. Pochissimo minutaggio, ed ha mostrato ancora una volta di soffrire fisicamente e mentalmente la Serie A.
Forson 4,5: Catapultato in un nuovo campionato e una nuova realtà, non si è mai ambientato. Ha pagato il contesto, la lingua, forse anche la confusione generale. Ma se sei un talento, qualcosa lo lasci intravedere: qui si è visto troppo poco.
Ganvoula 4,5: Nella prima versione delle pagelle non compariva nemmeno, talmente incisivo che ci siamo completamente scordati di lui. Si è capito poco del motivo del suo arrivo, ancora meno di quello visto in campo.
Petagna 4: Il voto più basso non poteva che andare a lui, le ragioni sono molteplici e le conosciamo tutti. È diventato quasi una caricatura di se stesso, bersaglio facile sui social e in curva. E la cosa peggiore è che non ha mai dato l’impressione di voler cambiare la narrazione.
Allenatore
Nesta 5: A fine stagione probabilmente ha fatto un sospiro di sollievo, finisce un anno complicato in cui ha provato a tenere unito un gruppo e un ambiente sempre più smarrito. Spesso cambi tardivi e gioco mai decollato, anche se prima del suo esonero a dicembre qualcosa di interessante si era visto. Un campione che non ha mai perso così tanto in vita sua, Monza se la ricorderà, difficilmente in positivo.
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