Martina Fascina, arriva la prima proposta di legge dell'ex lady Berlusconi: di che si tratta
“Tredicenni già imputabili: cosa cambierebbe davvero con la proposta Fascina”
La proposta di legge arriva nel pieno delle polemiche per la “lista degli stupri” comparsa al liceo Giulio Cesare di Roma e dopo nuovi episodi di violenza giovanile legati ai cosiddetti maranza. Marta Fascina, deputata di Forza Italia ed ex compagna di Silvio Berlusconi, ha presentato una proposta di legge per abbassare l’età della responsabilità penale a 13 anni. Obiettivo: punire chi commette reati violenti anche se giovanissimo.
“Il dilagare dei reati contro la persona e il patrimonio da parte di soggetti infraquattordicenni richiede un intervento strutturale”, ha dichiarato la parlamentare, parlando di vera e propria “emergenza sociale”. Secondo Fascina, le norme sulla valutazione della capacità di intendere e volere resterebbero, ma con un’azione più sistematica sui casi di criminalità minorile.
Tajani: “Sto con le forze dell’ordine”
Il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, aveva già acceso i riflettori sul tema dopo gli scontri violenti a Bologna: “I violenti sono figli di papà che se la prendono con chi lavora per garantire la sicurezza”, aveva affermato in Senato.
L’allarme in classe: la lista degli stupri
A preoccupare è anche quanto accaduto nella capitale, dove su un muro del bagno di un liceo è comparsa una lista di nove studenti “da stuprare”: un episodio che ha fatto rumore e che ha portato la dirigente scolastica a condannare ogni forma di violenza di genere.
L’esperta: “Educare, non solo punire: rischio scivolare nell’assurdo”
Per capire quanto la repressione penale possa incidere, abbiamo raccolto il parere di Maria Angela Grassi, presidente dell’Associazione nazionale pedagogisti italiani.
🔹 Aumenta la violenza o aumenta la percezione?
“Entrambe le cose. I mezzi di comunicazione amplificano, ma i dati confermano una crescita dell’aggressività nei giovanissimi”.

🔹 Famiglie troppo assenti?
“Sì. Si delega tutto alla scuola, che però non può sostituire la famiglia. La società è più indifferente: gli adulti non intervengono più”.
🔹 Che ne pensa della proposta Fascina?
“Le regole servono. Ma più che la repressione serve educazione. Se continuiamo ad abbassare l’età della responsabilità penale, rischiamo un paradosso: punire persino un bambino dell’asilo che graffia un compagno”.
🔹 Quali soluzioni?
“Servono alternative sane: sport, centri di aggregazione, contesti educativi che prevengano la deriva del “branco”. Più pedagogisti nelle scuole e più supporto alle famiglie”.
Il problema vero: la solitudine dei giovani
Secondo Grassi, la radice del disagio sta in una parola chiave: solitudine.
I ragazzi cercano attenzione, visibilità, appartenenza. E la trovano dove capita: nel gruppo sbagliato, nel gesto violento, in un video virale.
“Oggi i giovani sono soli anche quando sono in compagnia. Una società che non educa — conclude la pedagogista — prima o poi presenta il conto”.



