x

x

E’ il ricordo meno diretto. Questione di età. Ma è uno di quelli che mi emozionano di più. Questioni di cuore: me lo hanno tramandato gli affetti più cari e tanti di coloro che adesso tifano Monza da lassù. Domenica 28 Maggio 1967, Chiavari Stadio Comunale, ultima giornata del Girone A di Serie C. Il Monza – che l’anno prima era rovinosamente retrocesso dopo quindici campionati consecutivi tra i cadetti – arriva ad un passo dal traguardo con un punto di vantaggio sul Como: il ritorno a casa, in Serie B, sembra pura formalità. Anche perché l’Entella, allenata da Manlio Bacigalupo – fratello del mitico Valerio portiere del Grande Torino – ha già raggiunto la salvezza e non ha nessuno stimolo particolare. Il Monza si schiera così: Ciceri, Perego, Magaraggia, Ferrero, Magni, Beltrami, Vivarelli, Maggioni, Goffi, Sala, Prato. I brianzoli approcciano però con troppa sufficienza e dopo meno di mezz’ora Pacciani e Musiello puniscono l’incolpevole Ciceri e tanta, invece colpevole, leggerezza degli ospiti. A rendere ancor più disastroso il pomeriggio arriva la notizia che il Como ha già archiviato (3-0) la pratica Rapallo. Le cronache dell’epoca raccontano di un Radice letteralmente furioso nell’intervallo: il giovane tecnico dispensa qualche accorgimento tattico ma – soprattutto – tocca le corde dell’orgoglio con un discorso tutto cuore “Non possiamo buttare via un campionato, un anno di sacrifici e di lavoro duro con un primo tempo così vergognoso e con questo atteggiamento ! Tornate dentro e fate vedere qual è il vero Monza. Non importa come andrà a finire ma dovremo essere in pace con la nostra coscienza ”. Dagli spogliatoi sbucano biancorossi letteralmente trasformati e dopo meno di 5’ Claudio Sala (con la collaborazione del difensore di casa Delle Piane) riapre partita e speranze. Incomincia un lungo, commovente, generoso, disperato assedio alla porta dell’insuperabile Scabini. Con il passare dei minuti furore e dominio ospiti aumentano ma le speranze inesorabilmente affievoliscono. L’arbitro Trono dà una occhiata al suo orologio, i giornalisti in tribuna stampa ai loro: minuto 89.  Chicco Prato salta un avversario e mette in area l’ennesimo cross, ne nasce una mischia e la palla capita sul destro di Faustino Goffi che prima non lascia scampo all’estremo chiavarese poi sviene per la commozione sommerso dall’abbraccio dei compagni. A Como stanno già festeggiando la promozione quando le radioline gracchiano il pari del Monza. Sarà spareggio. Poi sarà Bergamo (4 Giugno 1967) e sarà l’indimenticabile piattone di Gigi Maggioni a restituire la Serie B ai biancorossi. Ma tutto è cominciato quando tutto sembrava finito da quell’ultimo, disperato assalto al fortino dell’ Entella. Era il 28 Maggio 1967. Qualche giorno – Giovedì 1 Giugno 1967 – e i Beatles faranno uscire uno dei loro capolavori, Sergent Pepper’s . Che, tradotto in italiano, comincia così: “Oggi sono passati 20 anni … il Sergente Pepper ha insegnato alla Band a suonare” … Tre giorni prima il Sergente Gigi aveva insegnato ai suoi ragazzi in biancorosso che bisogna inseguire i sogni. Sempre. Senza arrendersi. Mai.

Fiorenzo Dosso