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Cambia la tradizione ad Arcore: la benedizione natalizia delle famiglie non sarà più porta a porta, ma solo su richiesta.
Una scelta dettata dai tempi moderni — tra ritmi di lavoro, impegni familiari e vita comunitaria sempre più intensa — che i sacerdoti della Comunità pastorale Sant’Apollinare, guidata da don Virginio Vergani, hanno deciso di affrontare con una formula nuova.
Una piccola rivoluzione “pastorale” che anticipa l’Avvento 2025, quando prenderà ufficialmente il via la sperimentazione.

📻 Nei prossimi giorni don Virginio sarà ospite in diretta a Buongiorno Brianza per spiegare ai fedeli la novità e rispondere alle domande dei cittadini.


Come funziona la nuova benedizione natalizia “on demand”

Chi desidera accogliere il sacerdote per la preghiera di benedizione in casa potrà farlo solo su prenotazione.
Il modulo cartaceo per la richiesta è già disponibile in tutte le chiese di Arcore, e dovrà essere compilato con:

i dati della famiglia;

i giorni e gli orari di reperibilità;

l’indicazione della parrocchia di riferimento.

Il tagliando va poi consegnato in sagrestia, in ufficio parrocchiale o direttamente ai sacerdoti, oppure inserito nella cassetta apposita in chiesa entro mercoledì 12 novembre.
Successivamente, sarà predisposto un calendario settimanale delle vie interessate, pubblicato sul bollettino comunitario “Le Querce di Mamre”.


Don Vergani: “La benedizione è per le persone, non per i muri”

Nel messaggio ai fedeli, don Virginio Vergani ha spiegato le motivazioni della scelta:

“La tradizione ambrosiana accosta al Natale la benedizione della casa, che nel tempo è diventata benedizione della famiglia. I muri hanno importanza, ma è la persona umana il vero riferimento dell’amore di Dio”.

Il prevosto ha aggiunto che spesso gli orari e i ritmi della vita moderna non permettono più di incontrare tutte le famiglie, e che l’obiettivo è invece quello di favorire un momento autentico di preghiera condivisa, non una visita frettolosa.


Le altre visite: ammalati e cresimandi

Oltre alle famiglie che faranno richiesta, i sacerdoti visiteranno anche gli ammalati — secondo l’elenco predisposto nelle scorse settimane — e le famiglie dei cresimandi.
Un modo per mantenere viva la vicinanza della Chiesa alle persone più fragili, anche in un contesto organizzativo nuovo.