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Le auto diesel Euro 5 rappresentano una fetta significativa del parco veicoli italiano. Secondo un rapporto dell’Aci aggiornato al 31 dicembre 2023, in Italia circolavano circa 3,7 milioni di veicoli di questa categoria. Sebbene il numero possa essere leggermente diminuito, si tratta di una cifra rilevante che evidenzia l’ampia portata del provvedimento. Gli automobilisti si trovano di fronte a scelte non semplici: sostituire il proprio veicolo con uno più ecologico, una soluzione costosa, o ridurre drasticamente l’uso dell’auto. Un’alternativa è il dispositivo Move-In, che consente di percorrere un numero limitato di chilometri in deroga alle restrizioni, ma una volta esaurito il “bonus” chilometrico, la circolazione nelle aree soggette al divieto diventa impossibile.

Prospettive per il futuro: verso restrizioni più severe

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Le limitazioni per le auto diesel Euro 5 sono solo l’inizio. Secondo le normative attuali, a partire dall’autunno 2026 le restrizioni si inaspriranno, con il divieto che scatterà già a settembre. Questo scenario preoccupa molti automobilisti, che vedono i loro veicoli, spesso ancora in buone condizioni, diventare inutilizzabili nelle aree urbane durante gran parte dell’anno. Il provvedimento mira a migliorare la qualità dell’aria nella Pianura Padana, ma solleva dibattiti sulle sue effettive ricadute ambientali e sui costi sociali ed economici che comporta.

La reazione politica: la Lega si oppone al divieto

Non tutti accolgono con favore il blocco delle auto diesel Euro 5. Al Pirellone, la Lega ha preso una posizione netta contro il provvedimento, approvando una mozione guidata dal consigliere brianzolo Alessandro Corbetta. La mozione chiede di rinviare il divieto e sollecita il governo nazionale e l’Unione Europea a investire in soluzioni alternative che tengano conto delle peculiarità geografiche, economiche e sociali della Pianura Padana. Corbetta ha sottolineato che la regione, racchiusa tra Alpi e Appennini, è una delle aree più industrializzate e popolate d’Europa, e che il divieto rischia di penalizzare ingiustamente i cittadini senza portare benefici significativi alla qualità dell’aria. Ha citato l’esperienza del lockdown da Covid, durante il quale i livelli di inquinanti sono rimasti elevati nonostante l’assenza di circolazione automobilistica, per mettere in discussione l’efficacia del provvedimento.

Le critiche al Green Deal e le proposte alternative

Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, si è espresso con toni critici nei confronti del Green Deal europeo, definendo il blocco delle auto diesel Euro 5 una “follia” dettata dalla Commissione Von der Leyen. Secondo Salvini, il mercato dovrebbe guidare le scelte dei consumatori, che al momento non mostrano una preferenza marcata per i veicoli elettrici. Il governo starebbe lavorando a un emendamento al decreto infrastrutture per sospendere il divieto, anche se i dettagli su tempi e modalità non sono ancora chiari. La Lega, inoltre, contesta la direttiva europea che impone il blocco, sottolineando che la Pianura Padana sarebbe l’unica area al mondo a vietare la circolazione di veicoli Euro 5, nonostante il miglioramento costante della qualità dell’aria in Lombardia. In regione, il divieto colpirebbe circa 1,5 milioni di proprietari di auto diesel Euro 5, spesso vetture di meno di dieci anni, con un impatto economico significativo.

Un equilibrio tra ambiente e bisogni dei cittadini

La questione delle auto diesel Euro 5 mette in luce la complessità di bilanciare la tutela ambientale con le esigenze dei cittadini. Mentre il decreto del 2023 punta a ridurre l’inquinamento, le critiche sollevate dalla Lega e da figure come Alessandro Corbetta evidenziano il rischio di penalizzare una larga fetta di popolazione senza ottenere risultati concreti. La discussione rimane aperta, con il governo chiamato a trovare soluzioni che mitighino l’impatto del provvedimento e promuovano alternative sostenibili senza gravare eccessivamente sui cittadini.