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Monza non è più la città monolitica di vent’anni fa. La composizione demografica si sta trasformando, e lo sta facendo in silenzio, giorno dopo giorno. Oggi oltre 21mila residenti non hanno la cittadinanza italiana: una fetta che incide su scuola, lavoro, servizi e perfino sul commercio al dettaglio. L’inchiesta parte dai dati ufficiali per capire chi sono i gruppi più presenti e perché contano sempre di più.

La comunità romena: la presenza più forte e strutturata

I romeni rappresentano la realtà straniera più numerosa a Monza. Arrivati inizialmente per lavoro — edilizia, assistenza familiare, logistica — sono diventati una comunità stabile, spesso con famiglie ormai radicate. La città li vede protagonisti soprattutto nei quartieri popolari e nelle attività artigianali, ma anche nei servizi alla persona. È una presenza solida, che difficilmente diminuirà.

Gli egiziani: una crescita costante che cambia il commercio

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La seconda comunità per numero è quella egiziana, cresciuta in modo evidente negli ultimi dieci anni. Non è solo una presenza residenziale: ha trasformato interi settori, soprattutto alimentari e ristorazione veloce. L’imprenditoria egiziana è uno dei motori della micro-economia locale. La domanda che si fa il Comune, però, è un’altra: come integrare una comunità giovane, in forte aumento, che spesso si concentra in zone molto precise della città?

Peruviani ed ecuadoriani: il Sudamerica che si radica

Terzo e quarto posto vanno a Perù ed Ecuador. Le due comunità sudamericane crescono con una caratteristica precisa: famiglie giovani, tanti ragazzi nelle scuole monzesi, presenza forte nel lavoro domestico, nella ristorazione e nella logistica. I dirigenti scolastici confermano che proprio dagli studenti latinoamericani arrivano alcuni dei tassi di integrazione culturale più alti. Sono comunità meno percepite mediaticamente, ma molto radicate.

Gli albanesi: una presenza storica che resiste

Gli albanesi sono tra i primi gruppi arrivati negli anni ’90. Oggi rappresentano una comunità stabile, spesso perfettamente bilingue, distribuita in molti quartieri. Sono attivi nell’edilizia, nella ristorazione e nei servizi tecnici. Non fanno rumore, ma tengono un ruolo ancora solido all’interno del tessuto lavorativo cittadino.

Cosa raccontano davvero questi dati

Monza cambia perché il suo mercato del lavoro cambia. Cambiano le famiglie, le scuole, i quartieri. Le comunità straniere non sono più “ospiti”, ma parte strutturale della città. La sfida ora è politica e sociale: servizi adeguati, mediazione culturale seria, ascolto dei quartieri. Ignorare i numeri significherebbe raccontare una città che non esiste più.