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Per comprendere davvero l’anima di questo amarcord chiedo ai miei lettori la cortesia di soffermarsi (a fondo pagina) sul tabellino di quel 3 aprile 1977: solo così si potrà capire tutto. Nomi da leggenda, emozioni da pelle d’oca.

Il ragazzino che ero avrebbe compiuto 13 anni il giorno dopo. E aveva due sogni: fare il giornalista sportivo ed il Monza in serie A. Il secondo coincide con quello di 12.000 anime biancorosse che gremiscono il Sada in ogni ordine di posto. Ed in quel tiepido pomeriggio di inizio primavera il Monza di Alfredo Magni, la matricola terribile che proponeva calcio ad alta intensità, il Borussia di Brianza nell’azzeccatissimo copyright by Mario Bonati, toccò per 55’ dolcissimi minuti (intervallo compreso) la vetta del campionato cadetto scavalcando proprio la truppa di GB Fabbri che si era presentata allo scontro diretto da capolista con un punto di vantaggio.

Ugo-gol incendiò la torcida del pollaio (così l’indimenticabile Angelo Scotti ha sempre definito il Sada) ad una manciata di minuti dalla fine del primo tempo, Paolo Rossi – bomber principe di quel campionato cadetto e futuro Pablito – patì la guardia arcigna alias marcatura impeccabile del suo omonimo Beruatto. Ma quel Lanerossi Vicenza era tanta, tanta roba. Ernesto Galli – che un paio di giorni fa è volato nel Paradiso dei portieri – lo tenne in partita ad inizio ripresa con una respinta di puro istinto a mani nude (l’estremo vicentino era celebre perché non usava i guantoni) su conclusione di Buriani in mischia. Poi la truppa di GB Fabbri, senza strafare ma con grande personalità, alzò il baricentro e fece la partita. Sterilmente, peraltro. Fino ad una decina di minuti dal termine quando Salvi – fosforo, tattica e geometria applicati al centrocampo – trovò modo e tempo di battere Terraneo, ristabilire l’equilibrio e restituire ai suoi il punto di vantaggio in classifica dopo 27 giornate. Punto determinato nella gara d’andata (3-2) dalla scandalosa direzione del romano Gonella che aveva punito un Monza bellissimo assegnando ai veneti due calci di rigore (uno dubbio, uno inesistente) negandone uno clamoroso agli ospiti per fallo su Braida. Punto che peserà maledettamente anche nella classifica finale: Vicenza 51 promosso in serie A, Pescara, Atalanta e Cagliari 49 agli spareggi (che premiarono abruzzesi e bergamaschi), Monza 48.

Quando l’anno dopo Gonella verrà designato a dirigere la finale del Mondiale in Argentina tra i padroni di casa e l’Olanda il ragazzino che ero sapeva in anticipo che per gli orange non ci sarebbe stato scampo. E così fu. 

Quanto ai due sogni di 43 anni dopo … Ormai malinconicamente tramontato quello di fare il giornalista sportivo, è finalmente a portata di mano l’altro: il caro, vecchio Monza in Serie A !  

Ed ecco il tabellino di cui Vi ho parlato all’inizio dell’articolo:

MONZA-VICENZA 1-1 (1-0)

MARCATORI: Tosetto (M) al 39’ pt – Salvi (V) al 34’ st

MONZA: Terraneo, Vincenzi, Gamba, De Nadai, Beruatto, Fasoli, Tosetto, Buriani, Braida, Ardemagni, Sanseverino. A disp.: Reali, Pallavicini, Antonelli. All.: Magni

VICENZA: Galli, Lelj, Marangon (36’ st Dolci), Donina, Prestanti, Carera, Cerilli, Salvi, Paolo Rossi, Faloppa, Filippi. A disp.: Sulfaro, Verza. All.: GB Fabbri

ARBITRO: Panzino di Catanzaro

Fiorenzo Dosso