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Paolo Piffer e il Progetto Sintesi: quattordici anni di housing sociale

Paolo Piffer, consigliere comunale all’opposizione, ha raccontato con un lungo post sui social una situazione che l’ha colpito profondamente: l’esclusione improvvisa dal Progetto Sintesi, che da anni seguiva con passione. La decisione, comunicata durante una riunione ufficiale, riguarda lo spostamento delle risorse economiche inizialmente destinate al servizio di housing sociale di cui si occupava Piffer verso altri servizi già finanziati.

Un fulmine a ciel sereno per chi da 14 anni lavorava a stretto contatto con i detenuti nella delicatissima fase della scarcerazione. “Alla libertà ci si può disabituare – ha scritto – ed è lì che ho cercato di fare la differenza”. L’amarezza è tangibile, soprattutto per il modo in cui è avvenuto il cambio: senza confronto, senza spiegazioni chiare e – secondo il racconto di Piffer – con il sospetto che dietro ci sia una rimozione “politica”.

Progetto sociale Monza e politica: scontro su scelte istituzionali

La denuncia pubblica di Piffer ha sollevato interrogativi sul rapporto tra progetti sociali a Monza e le scelte politiche che ne influenzano l’esito. La sostituzione con un presunto operatore interno al Comune, come raccontato da Piffer, lascia spazio a più interpretazioni: necessità di razionalizzazione o volontà di “fare fuori” una voce critica?

Le reazioni degli altri partecipanti alla riunione – secondo il post – sono state assenti, silenziose. Nessuno ha chiesto se fosse la soluzione migliore per il progetto. Una mancanza di solidarietà che ha colpito profondamente Piffer, il quale si è detto preoccupato per i ragazzi che non potrà più seguire e deluso da chi non ha preso posizione. Al centro della polemica resta una domanda: questa modifica è davvero funzionale al bene del progetto o si tratta dell’eliminazione di una figura scomoda?

Monza, l'addio di Piffer: ecco il suo post 

Mi hanno “licenziato”

Non sarà facile raccontarvi questa cosa ma ci provo.

Ieri mattina durante la riunione di coordinamento del Progetto Sintesi che si occupa del reinserimento sociale di detenuti ed ex detenuti, la responsabile del Comune ha comunicato che:

“Abbiamo deciso di spostare le risorse inizialmente destinate al servizio di cui si occupa Piffer (housing sociale) verso altre priorità”.

Piccolo passo indietro. Sono nato e cresciuto lavorativamente con il Progetto Sintesi. Da 14 anni entro ed esco dalle carceri affiancando “i ragazzi” nella fase più faticosa della detenzione: la scarcerazione. Sì perché alla libertà ci si può anche disabituare dopo tanti anni di pena, e il mio compito dal 2010 è stato proprio questo, accompagnarli in questa delicata transizione, con qualche soddisfazione e purtroppo tanti fallimenti, ma ho sempre dato tutto me stesso senza mai risparmiarmi, 24 ore su 24, e chi mi segue da un po’ lo sa bene.

Quindi cosa è successo? È successo che il Comune di Monza, in occasione dell’ultima proroga di Regione Lombardia, ha deciso di modificare il progetto e dirottare le risorse previste per l’housing sociale verso altri servizi, altrettanto importanti intendiamoci, ma che già avevano una loro copertura finanziaria e venivano garantiti. Per sostituirmi senza costi aggiuntivi pare che sia stato coinvolto un operatore “interno”, pare un dipendente del Comune, dico pare perché ho pochissime informazioni al riguardo e neanche troppo chiare.

“Va bene” starete pensando, “ti hanno fatto fuori come succede ogni giorno nel duro mondo del lavoro, che vuoi da noi?”

Nulla, ho solo bisogno di condividere e riordinare quello che ho nella testa perché sono preoccupato, deluso e arrabbiato.

Preoccupato per i ragazzi che d’ora in avanti non potrò più aiutare, ed è una cosa che, senza falsa modestia, mi veniva benino.

Deluso da quegli operatori/colleghi/amici? che erano seduti accanto a me durante la riunione di ieri e che non si sono sentiti di alzare la mano e chiedere semplicemente “ma siamo sicuri che sia la scelta migliore per il progetto?”

Arrabbiato, molto arrabbiato, anzi incazzato nero perché non riesco a non pensare che questa decisione sia stata presa non per ottimizzare le risorse del progetto, ma per “far fuori” una persona scomoda che troppe volte negli ultimi anni ha “disturbato” con le sue battaglie in città il lavoro di tecnici e soprattutto politici.

Ecco, l’ho scritto. Ora sto un po’ meglio.

Potrò mai dimostrare questa cosa con prove certe? Ovviamente no.

Potrei sbagliarmi e aver frainteso tutto? Forse, ma è possibile che tra tutti i servizi previsti nel progetto soltanto il mio abbia subito una modifica così radicale?

Non ho fatto nessun riferimento al disagio economico che questa esclusione mi comporterà perché nonostante sarò costretto a ridimensionare ulteriormente le mie abitudini quotidiane, ritengo sia un aspetto decisamente meno rilevante rispetto agli altri citati sopra. Avere pochi soldi non mi far star male, sentirmi impotente di fronte ad un sistema che non mi piace e che sto provando a cambiare si.

Forse il post più difficile che abbia mai scritto, sinceramente non sono neanche sicuro che pubblicarlo sia la cosa più intelligente da fare, comunque eccolo qui.


Lunedì torna Monza una città da serie A

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