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Al di là dei risultati, l’orgoglio di Galliani resta anche nelle fondamenta costruite: 

Un club mai stato in A ha sconfitto Inter, Milan, Juve e Napoli, quattro grandi. Ma è un orgoglio anche aver lasciato uno stadio con licenza Uefa. Nel 2018 lo avevamo raccolto inagibile. E poi un centro di allenamento che è tra i migliori d’Italia. Berlusconi ha speso 40 milioni per le due strutture.

Tra i simboli dell’era recente spicca Matteo Pessina

Mentre Berlusconi festeggiava nello spogliatoio di Pisa, io chiamai Matteo: “Ciao. Siamo saliti in A”. E riattaccai. Iniziò la trattativa con l’Atalanta. Nella mia visione romantica, mi sembrava meraviglioso che il presidente vivesse alle porte di Monza e che l’a.d. e il capitano fossero nati a Monza.

Infine, uno sguardo al futuro personale: 

Un’emozione forte. Lascio il club che amo da quando avevo 5 anni e mia madre mi portava allo stadio. Ho ringraziato la nuova proprietà che mi aveva offerto la carica di presidente. Ma non mi vedo in una società che non sia di Silvio Berlusconi/Fininvest.

E se Adriano Galliani risponde ‘solo Dio lo sa’ su cosa farà da grande, Luigi Garlando chiosa: ‘O forse il Diavolo’, chiaro riferimento ad un possibile ritorno al Milan.

Galliani a San Siro
Adriano Galliani a San Siro