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silvia sardone

La parlamentare europea Silvia Sardone ha scelto di intervenire in prima persona. Accompagnata dal consigliere regionale Alessandro Corbetta e da alcuni rappresentanti locali del Carroccio, ha fatto tappa a Carnate, dove sorge il centro culturale frequentato dalla comunità islamica.

Nel video diffuso sui social, si vede un confronto acceso tra la deputata e il responsabile del centro. Sardone chiede con insistenza se quello sia un luogo di preghiera e se l’uomo sia un imam. La risposta è ferma: “Questo è un centro culturale e sportivo”. Ma Sardone non arretra, e sottolinea: “Vedo gente che entra a pregare, questo sembra a tutti gli effetti un luogo di culto”.


Residenti divisi tra segnalazioni e fastidi

Molti cittadini della zona hanno parlato di assembramenti, rumori all’alba e un uso improprio dello stabile. “Alle 4.30 sento entrare persone, cominciano a pregare. Questo non è uno spazio per culti religiosi”, racconta un residente. Il centro si trova in una zona abitata, e secondo alcuni inquilini, la situazione non sarebbe più tollerabile.

Proprio da queste lamentele, partite nei gruppi social di quartiere, sarebbe scaturita l’azione di Sardone. Che ha deciso di verificare di persona la destinazione d’uso reale dei locali.


Il centro islamico si difende: “Qui si fa cultura”

silvia sardone

Il responsabile del centro ha respinto ogni accusa. “Non siamo una moschea, qui si studia arabo, si legge il Corano, si fa ginnastica. È un centro culturale aperto a tutti”. Le attività, a detta del referente, sarebbero del tutto legali e orientate all’integrazione e alla formazione.

Ma la tensione resta. Sardone ha condiviso il video sui social e il dibattito si è rapidamente allargato, coinvolgendo anche la politica regionale.


Lega all’attacco: “Basta moschee abusive, serve trasparenza”

La Lega alza il tiro. In un comunicato congiunto, Silvia Sardone, Alessandro Corbetta e Yuri Manzoni parlano di “proliferare allarmante di moschee abusive in Lombardia e Brianza”. E annunciano un’interrogazione in Regione per chiedere più controlli su finanziamenti, prediche, imam e trasparenza dei fondi.

“Chi vuole aprire centri di preghiera – spiegano – deve sottoscrivere un accordo con lo Stato. Altrimenti, non si può tollerare alcuna forma di abusivismo”. Secondo la Lega, senza regole precise si rischia di creare spazi in cui potrebbe diffondersi anche propaganda radicale.


Il dibattito resta acceso e si sposta sui social

La scena del battibecco è stata ripresa integralmente con il cellulare e condivisa online, scatenando reazioni contrastanti. C’è chi difende la presenza del centro islamico come espressione di pluralismo, e chi invece ne chiede la chiusura immediata.

Nel mezzo, una comunità che chiede chiarimenti, residenti preoccupati e un confronto sempre più acceso tra integrazione e legalità. La questione di Carnate, insomma, potrebbe non rimanere un caso isolato.


Quest'oggi torna Monza una città da serie A da una sede inedita

Questa sera torna Monza una città da serie A da una sede inedita.
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