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Mi sia consentito (visto il tema, la locuzione è quanto mai pertinente) un pensiero semiserio. Mi fa piacere constatare che tanti autorevoli commentatori di testate nazionali si siano gradualmente convinti della bontà di quella considerazione che noi a Monza News avevamo fatto per primi poche ore dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi. E cioè che la figura imprescindibile da qualsiasi ipotesi presente e futura per l’AC Monza è una sola e si chiama Adriano Galliani. Un’ovvietà, perché non ci voleva e non ci vuole un intuito particolarmente raffinato per comprenderlo. 

Tuttavia, a tale conclusione la grande stampa ci è arrivata attraverso mille congetture, dopo aver tirato in ballo magnati greci, fondi di investimento americani e interessi concreti da parte di investitori arabi o dell’Estremo Oriente. Tutte ipotesi plausibili, ci mancherebbe, ma che devono tenere in considerazione il peso specifico (fatto di passione, competenza, intuito ed esperienza) di quel signore che, con il determinante supporto economico di Berlusconi, ha reso possibile la realizzazione di un grande sogno calcistico per Monza e la Brianza.

Nel caso in cui nulla fosse ancora stato deciso (ipotesi possibile, ma non del tutto certa), il futuro della società biancorossa dipenderà anche dall’apertura del testamento che è nelle mani del notaio Arrigo Roveda, storico professionista del gruppo del patron di Arcore e, nota di colore decisamente curiosa, appassionato tifoso dell’Inter. Lunedì 26 giugno è la data fissata per questo passaggio, che potrebbe dare indicazioni importanti anche relativamente alla società di Monzello. Perché la legge prevede che, nel caso di suddivisione di un’eredità in cui non c’è un coniuge ma ci sono due o più figli, i due terzi del patrimonio vadano ripartiti tra i figli stessi ed un terzo sia disponibile per altre scelte di chi ha disposto il testamento. Questo vale per tutto l’asse ereditario e, in particolare, essendo stato Silvio Berlusconi detentore di circa il 61% delle azioni Fininvest, ciò significa che poco più del 40% (la cosiddetta “legittima”) delle quote della capogruppo verrà ripartito equamente tra i cinque figli, mentre il restante 21% potrà essere stato destinato in misura totalmente diversa. E questa ipotesi non è per niente da scartare e potrebbe essere molto impattante per la direzione che prenderà il gruppo e per le sorti dell’AC Monza. 

Non so se sia vero che a Galliani potrebbe essere proposto di rientrare in politica quale candidato per la sostituzione del seggio senatoriale lasciato vacante da Berlusconi. L’AD del Monza si è detto disponibile a fare quello che gli verrà chiesto dagli eredi di Berlusconi, proprio per onorarne la memoria. Sono certo che a fronte di un eventuale “obbedisco” di memoria garibaldina, il vero desiderio di Galliani sia quello di navigare nelle acque in cui si sente maggiormente a suo agio, che non sono di sicuro quelle della politica, da cui si è volontariamente distaccato pochi mesi fa non ricandidandosi. Nel cuore di Galliani c’è un solo desiderio: restare nel mondo che ha brillantemente caratterizzato la sua vita e al servizio dei colori e della città che ha amato fin da bambino, che ama oggi e amerà per sempre. Suo malgrado anche senza Berlusconi e senza la famiglia Berlusconi. Qualunque sia il futuro dell’AC Monza, occorre partire da questa certezza. Non tenerne conto sarebbe un errore imperdonabile.  

Paolo Corbetta                                                                                                     

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