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Sulla bara del fotografo Ambrogio Caprotti, rose bianche e rosse. Ad accompagnarlo oggi nel suo ultimo viaggio, la famiglia e tanti volti noti del Monza: Fulvio Saini, Roberto Fontanini, Gigi Sanseverino, Patrizio Sala, Eugenio Gamba, Romano Cazzaniga e Franco Jimmy Fontana e numerosi giornalisti. Sui canali social di MonzaNews tutti gli scatti a cura di Marco Brioschi. Un ultimo saluto carico di affetto e riconoscenza per un uomo che ha dato tanto alla città di Monza.

Quell'intervista ad Ambrogio Caprotti rimasta sulla tastiera del pc

Decano dei fotografi che hanno seguito i biancorossi,  Caprotti per tutti è stato "il Capro". Non c’è stato avvenimento importante al vecchio “Sada”, al “Brianteo” ed in tante trasferte che non lo abbia visto in prima fila con tante storiche e significative immagini.

Il fotografo-tifoso

Impresa ardua rubricarne la carriera: classe ‘34, ci ha raccontato che iniziò a fotografare il Monza nel 1965 e collaborò in seguito soprattutto con “Il Cittadino” e con la stessa società che a quei tempi aveva sede in via Manzoni. Non solo un lavoro il suo, ma il coronamento settimanale di una passione per i colori biancorossi che ha attraversato per più di mezzo secolo tantissimi rettangoli di gioco. 

Il negozio da lui aperto in via Canova a Monza, a pochi passi da viale Libertà e dalla sede del Monza Club Libertà, oggi si occupa soprattutto di ottica, visto il dilagare del digitale nel settore fotografico e soprattutto l’avvento imperioso dell’era web.

L'intervista 

Riportiamo qualche stralcio di una sua intervista raccolta nel corso della preparazione del libro “Monza destinazione serie A” pubblicato a giugno 2022 e dedicato a 110 personaggi che hanno fatto la storia del Monza. 

Allora gli autori del libro compresero che 110 personaggi erano pochi e dovettero optare per non inserirne molti altri nella loro opera. Ancor oggi non mancano i rimpianti per alcune di quelle scelte… Ed Ambrogio certamente li perdonerà.

Nella foto Caprotti un gol realizzato da Lucio Bertogna
Nella foto Caprotti un gol realizzato da Lucio Bertogna
  • Ambrogio, gli anni passano ma sei sempre attivissimo: altro che pensione…
  • Ti confesso che il calcio non lo seguo più con la frenesia di una volta, ma il Monza mi sta sempre a cuore. Do una mano in negozio a mio figlio, adesso è lui che ha preso le redini dell’attività. 
  • Sei rimasto uno dei baluardi del mondo biancorosso, con Te pochi altri. Un’impresa per nulla facile in tanti frangenti della storia del calcio nostrano.
  • Sono da sempre molto legato affettivamente al Monza e quindi spero proprio che siano arrivate le persone giuste per fare il grande salto che ci è sempre mancato. Confesso di avere sempre avuto un sogno, che sembrava irrealizzabile sino a poco tempo fa: scattare una foto di mia nipote Martina con Silvio Berlusconi (Martina è la figlia di Giuseppe Caprotti, anch'egli fotografo da anni al seguito del Calcio Monza e grande tifoso dei colori biancorossi, n.d.r.). 
  • Per il bel mondo dei ricordi: quale partita ti è rimasta più in mente fra tutte quelle che hai visto ?
  • Con mia moglie andammo a fotografare a Potenza la trasferta del Monza (10 dicembre 1967 14^ giornata campionato di serie B, n.d.r.) la partita terminò in pareggio: 2-2 e per il Monza siglò una doppietta Claudio Sala ed uno dei due gol, fantastico, l’ho immortalato e la foto è ancora esposta in negozio. In panchina c’era Gigi Radice (il Monza terminò quel campionato in ottava posizione davanti a squadre del calibro di Lazio e Genoa, n.d.r.). Allora si fotografava con la Rolley, biottica, e si doveva avere sia l’occhio che lo scatto pronto, il rullo era da 12 fotogrammi, tutto bianco e nero. 
  • Ci hai raccontato della foto più bella. Viceversa: raccontaci di una foto da dimenticare.
  • Le foto da dimenticare sono quelle dell’assedio a Matera (Matera-Monza 1-2, 2 marzo 1980, n.d.r.) dopo il gol di Massaro, di una trasferta ad Avellino e lo spareggio di Pisa per la serie B: la foto del polipo lanciato in campo dai tifosi pisani è emblematica…
  • Passiamo al lato tecnico della questione: Tre nomi di giocatori ed uno di un allenatore che ti sono rimasti nel cuore.
  • In primis Gigi Sanseverino, Eugenio Gamba e Ugo Tosetto. Ma soprattutto il mister Alfredo Magni: grazie a lui e al grandissimo presidente Cappelletti che mi ospitavano sul pullman e in aereo dandomi la possibilità di girare con il Monza tutti gli stadi d’ Italia. 
  • Non può mancare una domanda sul tuo settore professionale: qual è la principale differenza tra nuove e vecchie generazioni di fotoreporter?
  • Come accennato prima, dopo la Rolley siamo passati alla Reflex con il rullo da sviluppare alla sera. Oggi c’e’ il digitale ed e’ molto più’ facile, direi facilissimo. Ma grazie alla tecnologia che ho utilizzato io mi ritengo fotografo-osservatore di giocatori. 
  • Dicci qualche aneddoto legato alla tua vita da fotografo al seguito del Monza.
  • A Novara, pochi anni fa, alla fine del primo tempo feci notare al capitano Iacopino, che il portiere era spesso lontano dai pali e gli consigliai di provare a tirare da fuori dall’area: goool! Vinciamo con un gol di Iacopino con tiro da fuori area. Anche a Matera consigliai a Massaro di provare da lontano, visto che il portiere Casiraghi era sempre fuori dai pali: gol di Massaro! E poi qualche indicazione anche al nostro portiere Terraneo su dove tirava l’eventuale rigore il rigorista della squadra avversaria: a quei tempi non c’era la televisione che trasmetteva la serie B…