Vincenzo Iacopino, bandiera del Monza ed eterno cuore biancorosso
Dopo 19 anni al Monza, prima da giocatore e poi da dirigente, Vincenzo Iacopino saluta il club brianzolo: “Non un addio, ma un arrivederci”

Baltasar Graciàn diceva che “la vera via che conduce alla stima è quella dei meriti”. E aveva ragione.
Perché la stima è un valore nobile e prezioso che non si compra al mercato, ma si guadagna con naturalezza e sincerità, per il proprio essere e nel modo di rapportarsi con gli altri.
Qualità che sono merce rara al giorno d’oggi, nell’era dei sentimenti di plastica e del distacco sociale.
Qualità da proteggere e custodire con cura.
Qualità che animano i veri uomini, quelli che danno prima di ricevere, onesti, perbene, sempre disponibili e di cuore.
In questo piccolo grande Olimpo sempre più ristretto, metaforicamente circoscritto in qualche metro quadrato di campo - che sia d’asfalto o di terra, tra la polvere e il fango, di erba matta o pettinata, poco importa; perché a contare è la bontà d’animo e di spirito, l’educazione e l’umiltà - c’è un uomo speciale il cui nome resterà impresso indelebilmente nella storia del Monza: Vincenzo Iacopino.
Il capitano, l’eroe di mille battaglie, un combattente dal cuore gentile che non si è mai risparmiato, onorando la maglia fino alla fine. Non solo in campo da giocatore, ma anche fuori, da dirigente.
E in ultimo da SLO, figura di raccordo tra società e tifoseria, un ruolo delicato e al tempo stesso fondamentale nelle realtà di provincia dove i tifosi supportano, con orgoglio e fierezza, la squadra del proprio territorio.

Un campione in campo e fuori
Senso di appartenenza, condivisione, partecipazione, legami forti e coesi: il lavoro di Iacopino, così impercettibile agli occhi dei più ma essenziale nella quotidianità e nel rapporto con i fan, ha creato valore rafforzando ancora di più la passione per i colori biancorossi, l’amore per la squadra e il forte vincolo identitario con l’ambiente locale. Un concetto romantico che nel calcio di oggi sembra svanito, del tutto evaporato, ma è cuore pulsante di una fede che va oltre i presidenti, i giocatori, gli allenatori. È un credo che parte dal profondo, batte nel petto e accende le emozioni, scalda lo spirito ed diventa vitamina per la mente.

Leggenda biancorossa
Ma l’ingrediente segreto di “Iaco” è da sempre la presenza, la voglia di costruire legami e promuovere il contatto, parlare con la gente, ascoltare i pensieri, dialogare in modo costruttivo trovando le parole giuste, essere credibile in ogni singolo istante.
Nel 2006 in Brianza è arrivato Iacopino, nel 2025 a salutare è l’amico Vincenzo, un professionista esemplare che ha dato volto alla credibilità rappresentando il Monza con grande attaccamento e trasporto, sempre in prima linea, in casa e in trasferta, vicino ai supporter e alla Curva Davide Pieri, nelle serate organizzate dai Monza Club, alle feste e agli eventi, in ogni luogo e contesto in cui il tifo biancorosso non è mai stato semplicemente tifo ma un mezzo di aggregazione, un gruppo, una famiglia.
E allora grazie Vincenzo, per la tua classe infinita, così umano e gentile, signore in campo e fuori, protagonista ed eterna bandiera biancorossa.
Monza è la tua casa e lo sarà per sempre, perché chi lascia il segno non sarai mai dimenticato.
È stato un onore e un vero privilegio.
In bocca al lupo per il futuro, con la speranza che l’addio sia soltanto un arrivederci.
Viva Vincenzo Iacopino, sempre.
A cura di Andrea Rurali