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C'è chi si siede sul classico divano degli studi televisivi e chi, invece, trasforma un’intervista in uno spettacolo dal vivo. Roberto Benigni non è mai stato un ospite qualunque. E ieri sera lo ha dimostrato ancora una volta.

Tra battute fulminanti, riferimenti alla storia della televisione italiana e omaggi al passato, l’attore e regista ha regalato momenti di leggerezza, ma anche spunti di riflessione su cosa sia, oggi, la comunicazione.

Ma cosa è successo davvero nello studio di Bruno Vespa? E perché quella scena sta facendo il giro del web, tra citazioni storiche, risate e una punta di malinconia per la tv di un tempo?

Scopriamolo insieme.


Il fuori copione di Benigni: gag irresistibile da Vespa

Non era prevista. Non era scritta. Eppure è stata la parte più vera e divertente della serata. Roberto Benigni, ospite per presentare il suo nuovo libro Il Sogno, ha spiazzato tutti.

«È veramente un’esplosione di gioia essere qui con lei... – ha esordito sorridendo – ...tra l’altro è la nostra prima volta: vorrei fare qualcosa per dimostrare che non è frutto dell’intelligenza artificiale, che siamo proprio io e lei, io e Vespa. Mi permette di venirle a toccare la punta del naso?»

Una frase che ha scatenato le risate del pubblico, ma anche del conduttore, colto di sorpresa dalla genuinità dello sketch.

Tavolo in ciliegio e contratto con gli italiani: la gag diventa storia

La scena si fa ancora più surreale quando Benigni rilancia con un’altra trovata delle sue: «E no Vespa, io voglio fare un'ultima cosa con lei. Voglio il suo tavolo di ciliegio, quello famoso, voglio firmare il mio libro come fosse il contratto con gli italiani

Un chiaro riferimento a quel celebre momento televisivo dell'8 maggio 2001, quando Silvio Berlusconi, in diretta da Porta a Porta, firmò il patto con gli italiani. Vespa, perfetto complice, ha finto che proprio quel tavolo dello studio fosse lo stesso della storica firma.

Tra manifesto di Ventotene, politica e satira: l’arte di Benigni

Ma Benigni non si è fermato alla sola gag. Ha voluto lanciare un messaggio forte, ricordando quanto sia importante l’Europa e il valore del Manifesto di Ventotene. «Siamo orgogliosi di essere europei» ha detto con la sua inconfondibile enfasi.

silvio berlusconi

Poi, il colpo di scena finale: «Io firmo che questo libro è meraviglioso. Se voi acquistate questo libro io vi do un milione di posti di lavoro, abbasso le tasse…», scatenando il boato del pubblico.

Una citazione diretta, ironica e affettuosa a quello slogan politico entrato nella storia e nella memoria collettiva degli italiani.

Tra satira e memoria: il segreto di un linguaggio eterno

C’è qualcosa di più profondo in questa apparente leggerezza. Roberto Benigni, con la sua solita maestria, ha ricordato come la satira, quando è fatta con intelligenza e cuore, diventa memoria collettiva. Un linguaggio capace di attraversare generazioni, trasformando un semplice sketch in un pezzo di storia della televisione.


Lunedì torna Monza una città da serie A da una sede inedita

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