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"Vincere una battaglia non significa vincere una guerra”.

L’arte della guerra non è solo un manuale militare, ma un vademecum sulla strategia e su come applicarla in campo a 360 gradi. Il senso è chiarissimo: vincere ora non significa vincere domani, ma lavorare affinché la vittoria possa concretizzarsi alla fine, in prossimità del traguardo e sulla via dell’obiettivo.

Il calcio è una grande battaglia, la cui guerra si conclude al termine dei campionati: un concetto tanto caro a Giovanni Stroppa, eroe della prima storica promozione del Monza in A e attuale tecnico del Venezia. Un pensiero che rispecchia l’allenatore di Mulazzano e che può fornire uno spunto di riflessione per analizzare il big match tra i veneti e i brianzoli.

Allo stadio Penzo, il Venezia si regala una vittoria “serenissima”, mentre il Monza incassa sconfitta amara dopo aver inanellato 10 risultati utili consecutivi.

Tasto stop per la squadra di Bianco, che perde la battaglia con l’ex Stroppa, ma non perde la trebisonda e resta ancora in testa alla classifica, in attesa di Pescara-Frosinone.

Esattamente come accaduto post Juve Stabia-Monza, gli errori tecnici incidono e determinano le partite cambiandone l’inerzia, il punteggio e i risultati.

I biancorossi cadono in Laguna e lo fanno con le loro stesse mani, sprecando tre grosse occasioni nel primo tempo e incappando in un black out nei primi 15’ della ripresa. Un giro a vuoto che, di fatto, pesa tremendamente sull’economia della partita, con i due lapsus di Carboni a causare i gol dei Leoni Alati.

Il Monza non sbaglia l’approccio, ma la mira, la precisione sotto porta e i gol, lasciando al Venezia l’opportunità di sfruttare gli episodi e girarli dalla sua parte.

Con il forfait last minute di Pessina, la squadra di Bianco soffre le incursioni centrali - e l’aggressività - dei padroni di casa, cinici nel sbloccare la gara, ma spreconi nel chiuderla, sciupando tante chance in transizione per aumentare il divario nello score.

2-0 per il Venezia e tonfo per il Monza, con Stroppa che festeggia (e saluta i suoi ex tifosi in un momento toccante a fine gara) e Bianco che spiega, nel rispetto della sintesi (perfetta) di Julio Velasco.

Venezia Monza 2-0
I 500 tifosi del Monza presenti a Venezia

Venezia-Monza e le sliding doors

“Se non segni non vinci e se sei bravissimo finisce 0-0”. 
Le parole di Antonio Conte dopo Napoli-Eintracht Francoforte - che richiamano una celebre massima di Vujadin Boškov - vanno dritte al punto e, con senso autocritico, inquadrano la realtà.

Venezia-Monza è l'emblema delle Sliding Doors che si spalancano e si chiudono da un momento all'altro. Un match in cui la capacità di cogliere e non cogliere le opportunità ha modificato inevitabilmente le sorti del match. 

Stroppa si affida al suo sistema feticcio, l'1-3-5-2, consolidato negli interpreti e nell'interpretazione: Stankovic tra i pali; Schingtienne, Svoboda e Sverko in difesa; Perez Busio e Doumbia nel mezzo, con Hainaut e Bjarkason sulle fasce; Yeboah e Adorante in attacco.

Bianco conferma l’1-3-4-2-1, con il trequartista di destra a fungere da elastico per addensare il centrocampo e affrontare a specchio gli avversari: Thiam in porta; Izzo, Ravanelli e Carboni nel pacchetto arretrato; Obiang e Pessina in mediana, con Birindelli e Azzi sulle corsie esterne; in avanti Ciurria e Mota alle spalle di Alvarez. 

Gli ospiti partono bene, centrati e sul pezzo, con i lagunari che provano a sviluppare gioco e a generare scompiglio. Ma le occasioni migliori del primo tempo le assembla il Monza, con Mota e Alvarez troppo “deboli” a pochi metri da Stankovic.

Nella ripresa, in 7 minuti, il Venezia dà una sterzata netta al match, con due reti che tagliano le gambe ai brianzoli. Nervosismo, palleggio caotico e poca tranquillità nella manovra: la squadra di Bianco prova ad accorciare le distanze, ma non si rende pericolosa, con il Venezia che - a punteggio indirizzato - gioca in transizione e ha le opportunità di dilagare in contropiede.

Dopo 5' di recupero, Galipò decreta la fine: Venezia-Monza termina 2-0.

I biancorossi escono dal Penzo con 0 punti, ma non lo fanno subendo gli avversari. Al contrario creano e non riescono a timbrare il vantaggio, trovandosi poi in svantaggio e faticando a riorganizzare le idee e gli assalti, moltiplicando la frenesia nelle giocate. Dall'errore in costruzione di Carboni - con Azzi libero nella ricezione, Colombo in ombra su Yeboah e in leggero ritardo nella risalita e Ravanelli in avanzamento per portare via l'uomo (con i tempi giusti di trasmissione e posizione si sarebbe aperta una prateria alle spalle del 21 biancorosso per strappare al centro e ribaltare il fronte) all'intervento ruvido in area sul 10 arancioneroverde che provoca il rigore: due disattenzioni pagate a caro prezzo, ma al tempo stesso, ingigantite da una disallineamento della squadra sul 2-0 e da una mancanza di lucidità nelle zone nevralgiche del campo, sia nella propria metà campo sia in quella avversaria. 

Quando il Monza non segna finisce per far segnare gli altri: un copione ricorrente nella stagione biancorossa, con le gare di Bari, Empoli e Castellammare di Stabia (su tutte) ad avallare la tesi. Solo in casa contro il Catanzaro, i biancorossi sono riusciti a ribaltare il punteggio e a vincere, mentre nelle altre circostanze hanno rimediato sconfitte (Avellino, Padova e Venezia).

Venezia Monza 2-0
L'errore del Monza genera la transizione positiva del Venezia e il gol dell'1-0 di Perez - Foto: DAZN

Resettare e ripartire

Terzo ko in stagione e 2 punti nelle ultime tre gare: i brianzoli sprecano e non sfruttano quello che, al contrario, i veneti riescono a capitalizzare, scartando due regali di Natale (anticipati) dai biancorossi.

La verità è una e una soltanto: “nel calcio chi fa meno errori vince”, proprio come sostiene Max Allegri.

Laddove si consumano i demeriti del Monza, iniziano quelli del Venezia di Stroppa, abile nell’interpretare le micro-partite dentro la partita e a portarsi a -2 in classifica dai brianzoli.

C’è però una cosa da non dimenticare, dalla voce saggia del Dalai Lama: "quando perdi, non perdere la lezione". Perché ci vuole equilibrio nel giudizio, bilanciando l'impulsività dell'opinione con la razionalità del pensiero. 
Cuore caldo e sangue freddo, non solo nella valutazione, ma anche nella condotta in campo, con il Monza chiamato a reagire immediatamente al passo falso.
In laguna la battaglia non è stata favorevole: l’importante, ora, è mettere a fuoco la meta, perché i tornei non si vincono a dicembre, ma a maggio. 

Occorre riconoscere gli errori e migliorarsi, lavorando sulla concretezza sotto porta che manca da inizio stagione - con 21 gol realizzati il Monza è l'ottavo attacco del campionato - e sulla gestione delle situazioni, ponderando le scelte per ridurre le sviste.

Resettare e ripartire, già sabato 20 dicembre in casa contro la Carrarese, ritrovando smalto, spirito incendiario, carattere, testa e quella garra che ha contraddistinto i 7 successi consecutivi. 

A cura di Andrea Rurali