Monza, ancora tante occasioni da gol non concretizzate. Poi il crollo, “grazie” anche a quell’inganno tattico del calcio di oggi
Il punto di Paolo Corbetta dopo la sconfitta di Venezia, i dettagli
C’è un errore importante che non voglio commettere, un errore che sarebbe grave quasi come quello commesso da Carboni in occasione del gol che ha indirizzato la gara di Venezia. L’errore sarebbe quello di far prevalere gli occhi del tifoso che sono insiti in me, al pari di quelli di giornalista.
Occhi, questi ultimi, che sono però indispensabili e che devono prevalere sui primi se si deve scrivere un editoriale. Ed è quello che tenterò di fare, anche per mantenere quell’equilibrio che mi porta a vedere un popolo biancorosso silente o che mostra un entusiasmo eccessivo se si vincono tante gare di fila, così come un eccesso di critica ed uno sconforto esasperato se per qualche partita non si centra la vittoria.
A Venezia io ho visto un Monza che nel primo tempo ha giocato una buona gara, mancando solo il gol nelle tre occasioni limpide avute per passare. Davvero un peccato, perché sul piano delle opportunità create nella prima frazione di gioco la squadra di Bianco ha fatto molto meglio di quella di Stroppa.
Le ultime tre partite hanno evidenziato un problema molto grave
Questo è un problema molto grave, le ultime tre partite hanno evidenziato che il non saper concretizzare le opportunità per andare a rete sono il difetto maggiore che ha il Monza. Non che andando in vantaggio a Venezia si sarebbe vinta la gara, ma se fossero state sfruttate almeno in parte le due occasioni capitate a Mota o quella avuta da Alvarez avremmo visto di sicuro un’evoluzione del match diversa.
Ma c’è dell’altro, ovviamente. C’è che senza Pessina questa squadra perde personalità là in mezzo, dove peraltro verrà a mancare prossimamente per qualche gara anche Obiang, impegnato nella Coppa d’Africa. L’organico, abbondante negli altri reparti, a centrocampo è numericamente scarso e questo è un limite enorme. C’è anche che Keita Baldé non può mai partire dalla panchina se vuoi mettere in campo personalità, duttilità ed esperienza, soprattutto in una partita importante come quella di Venezia.
C’è anche (mi sia consentito manifestare un pensiero personale seguendo il calcio da mezzo secolo) che la costruzione dal basso è uno dei più grandi inganni inventati negli ultimi anni in questo sport. Perché? Perché crea più danni che vantaggi, più rischi che opportunità, più brividi che serenità. Ma quanti gol ha fatto il Monza in questa stagione grazie a questo concetto di gioco? Non si sa.
Ma si sa che a Castellammare di Stabia un errato posizionamento di Thiam, che nel rispetto di questa impostazione tattica deve agire come fosse il “libero” di una volta, è costato un gol subito; e a Venezia una grave svista di Carboni ha aperto la strada alla sconfitta e a quella decina di minuti di follia. Due erroracci determinanti nelle ultime tre partite. Il calcio esisteva ed era divertente e spettacolare anche prima di Pep Guardiola, della sua invenzione e del suo credo.
Voltiamo pagina in fretta, occorre ripartire subito con i tre punti da sabato prossimo. Occorre lavorare sul più grave handicap che ha il Monza di questi tempi: serve elevare la percentuale delle occasioni da gol create. Forza e coraggio, la classifica è ancora molto positiva.
Paolo Corbetta

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