x

x

È arrivato in Brianza tra lo scetticismo generale, con una piazza delusa dopo la retrocessione in Serie B. 

Si è presentato in conferenza stampa mostrando personalità e idee chiare, con lo sguardo di chi sa cosa vuole e sa cosa fare per scuotere il gruppo, percorrendo la via maestra del lavoro.
Ha steso un piano di battaglia a regola d’arte per la preparazione estiva, intensificando le sedute d'allenamento e raddoppiando le sessioni giornaliere: sudore, impegno e fatica per uscire dal tunnel.

Col suo metodo, la trasparenza e il tipo di calcio proposto – “camaleontico” e disciplinato, mentalizzato sui principi e fondato sull’identità di gioco, la tecnica e la tattica – ha conquistato gradualmente i giocatori, riattivando quell’entusiasmo che a Monzello e dintorni mancava da tanto, troppo tempo. 
Non ha mai perso di vista l’obiettivo, ovvero la promozione in Serie A, in linea coi programmi della nuova proprietà e le parole, trasparenti e puntuali, del DS Nicolas Burdisso

È entrato in sintonia con il gruppo e lo ha rinnovato, ricevendo il supporto dei veterani e la massima disponibilità dei giovani. 
Ha coinvolto e conquistato gli uomini di punta (le parole di Pessina pre-amichevole con l’Inter lo dimostrano), sperando in una loro (complicata) permanenza ma altresì consapevole che il mercato, con le sue dinamiche assurde e incontrollabili, può rimescolare all’improvviso le carte in tavola.

Compattezza ed entusiasmo

Ha imbastito insieme alla società un progetto valido e rivitalizzante, accendendo quel fuoco che, dopo l’addio di Raffaele Palladino, si era lentamente spento e scatenando quella fame che diventa necessaria per affrontare una stagione di ostacoli e insidie.

Ha riabilitato, nobilitandolo, quel concetto che è sintesi e virtù del calcio: lo spirito di sacrificio e la predisposizione a soffrire, “tutti per uno, uno per tutti”, uniti verso un’unica meta. Insieme.

Ha sposato la scelta del club di riaprire i cancelli del centro sportivo favorendo il contatto e non il distacco verso coloro che, al di là di tutto, portano sempre e da sempre il Monza nel cuore.

Con carisma, visione e determinazione, Paolo Bianco ha preso in mano il Monza e lo ha ribaltato, battendo ferro sulla compattezza di squadra, la solidità, le motivazioni e, soprattutto, la testa, ingrediente fondamentale che comanda su tutto. Senza dimenticare il gioco, che è il mezzo per raggiungere il risultato, la chiave per aprire le serrature avversarie e il meccanismo per interpretare al meglio le partite, modulando il sistema per garantire l’equilibrio delle due fasi e leggendo con precisione le situazioni.

monza paolo bianco
Paolo Bianco dirige l'allenamento del Monza

Si alza il vento…Bianco-rosso

Più passano i giorni e più aumenta la sensazione che la bussola brianzola sia impostata nella direzione corretta, il vento sia tornato a girare e il cielo corvino di MordorMonzello stia progressivamente mutando colore, lasciando spazio al bianco e al rosso.

Monza aveva bisogno del suo Cartesio e lo ha trovato in Paolo Bianco, professionista serio che conosce bene la cadetteria, ha studiato e maturato esperienze con De Zerbi e Allegri senza mai perdere la propria indole, il carattere, l’unicità. 

“Il nostro obbiettivo è far tornare la gente allo stadio” ha dichiarato il tecnico biancorosso, rispettoso nei confronti di chi il calcio lo vive dall’altra parte della barricata, pronto a spalancare quella porta che, citando Marcelo Bielsa, regala momenti di straordinaria felicità: i tifosi, essenziali nel connettere l’ambiente e sostenere la squadra in ogni singolo stadio d’Italia, con quella fede incrollabile che è passione, sentimento, vita.

Di Andrea Rurali