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Nel film “La profezia” del 2014, protagonista Nicholas Cage, d’improvviso milioni di persone nel mondo scompaiono misteriosamente dentro i propri vestiti. A terra restano solo gli indumenti, mentre le persone... PUFF, svanite nel nulla. Un po’ come è successo al Monza nelle ultime settimane. Ci sono le casacche rosse, i pantaloncini, i calzettoni, le scarpe, ma i giocatori sono finiti chissà dove. L’unica cosa certa è la classifica, che certifica in modo impietoso l’abbandono pressoché totale delle speranze di promozione diretta. Ciao ciao Lecce: i giocatori salentini dentro ai propri indumenti di gioco ci sono eccome, e guardano i colleghi biancorossi dallo specchietto retrovisore come un puntino sempre più lontano.A questo punto, realisticamente, la speranza di arrivare in serie A passa soltanto attraverso la lotteria dei play-off, a meno che il Lecce non perda qualche punto per strada e il Monza riesca ad approfittarne in vista dello scontro diretto del 24 aprile. Ipotesi molto improbabile per ora, non tanto perché i pugliesi sono in uno stato di forma strepitoso, quanto per il fatto che la squadra biancorossa sembra aver finito la benzina sia a livello fisico che mentale, e il calendario prima dello scontro diretto non è certo benevolo nei confronti di Boateng e compagni. Il Lecce giocherà due partite su tre in casa, il Monza l’esatto contrario (con la trasferta difficilissima a Salerno). Meglio quindi pensare a blindare il quarto posto, che consentirebbe (insieme al terzo) di evitare la partita secca contro la settima od ottava classificata e arrivare di diritto alla doppia semifinale. Niente è perduto, ma è inutile negare che la delusione sia un boccone troppo grande da digerire. I processi dell’opinione pubblica sono cominciati da tempo, ma adesso serve necessariamente razionalità e sangue freddo. I processi veri, semmai, si faranno al momento opportuno e chi non è stato all’altezza pagherà, ovviamente.Il compito si è fatto durissimo, quasi proibitivo, ma vale la pena provarci, fino all’ultima goccia di sudore e di ottimismo. Arrendersi del tutto proprio adesso sarebbe la più assurda delle utopie.

Gianni Santoro - 100 x 100 Monza