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Un pari subìto in extremis quello del Monza sulle rive dell'Era, dopo essere passato per due volte in vantaggio contro il Pontedera. Attualmente sono dieci i punti di vantaggio sul Pontedera stesso, così come rimane invariato il gap del Renate fermato dall'Arezzo. Biancorossi che hanno messo a segno 34 reti subendone 11 (migliore difesa ed attacco) in questi 19 incontri, tredicesimo risultato utile consecutivo in campionato, con Chiricò (al terzo timbro consecutivo) marcatore della squadra, per ciò che concerne il Campionato, arrivato al sesto sigillo. Monzesi che di domenica in precedenza avevano sempre vinto, bloccati da un Pontedera ancora imbattuto tra le mura amiche; si ferma a 500 minuti la striscia d’imbattibilità generale di Lamanna, i biancorossi non hanno usufruito di nessun penalty a favore in tutto il girone d'andata e nel resto delle competizioni.

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Toscani di mister Maraia che di dispongono con un 3-5-2 bello compatto ed aggressivo, i due ex monzesi in campo Barba (da mezzala) e De Cenco (in avanti); il 1912 con lo stesso modulo di sempre, il rientro di Scaglia nel pacchetto centrale difensivo al fianco di Bellusci e il tandem d'attacco composto da Gliozzi-Brighenti. La prima mezzora è a totale appannaggio biancorosso, con una differenza tecnica tra prima e seconda che appare evidente; l'eleven produce una manovra molto fluida, ariosa ed esteticamente gradevole, con lo sfruttamento notevole delle sovrapposizioni esterne. I brianzoli si rendono pericolosi con Armellino e Chiricò, il quale al quarto d'ora punisce sul suo palo Mazzini con una punizione dai 25 metri. Il vantaggio è più che meritato, Pontedera costretto a mantenere la linea bassa per una buona mezzora e difficilmente riesce ad uscire dal guscio difensivo, impegnato quasi esclusivamente le linee di passaggio; tra i pochi a creare qualche sussulto ci sono il paulista De Cenco e capitan Caponi. Negli ultimi quindici minuti il ritmo cala, i monzesi controllano con più parsimonia mentre i granata di casa cercano di aumentare aggressività ed intensità senza però far male.

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Nella ripresa i toscani aumentano i giri del motore e alzano la pressione sul possesso biancorosso, ancora presente ma meno avvolgente ed efficace della prima parte. Dopo un tentativo di Gliozzi alto, dal 60' la gara assume contorni sempre più da garra, da match di C vecchio stampo, complice anche un campo pesante. La qualità di gioco scema sempre più da ambo le parti, spezzata da numerosi falli, fisicità al limite e caratterizzata da numerosi lanci lunghi. Il canovaccio diviene caotico e, da un altro piazzato, si concretizza il pari di casa con una bella incornata, nell'impatto e postura, di De Cenco su calcio di Caponi, cresciuto vertiginosamente nella ripresa. Il Monza ha il merito di non disunirsi nonostante il mutamento dell'inerzia e l'entusiasmo dei secondi della classe; nel momento difficile i cambi incidono con D'Errico che, con un pregevole spunto, permette il secondo vantaggio (in tap-in) di Finotto (anche lui subentrato) dopo la respinta dello scuola Atalanta Mazzini sulla conclusione dello stesso Derrick. I pontederesi però non demordono, dimostrando di essere una compagine coriacea che lotta fino alla fine; negli ultimi dieci minuti giocano col tridente e in una fase concitata, con una palla recuperata sulla trequarti, trovano il pari allo scadere con Risaliti, bravo ad inserirsi centralmente, servito da destra e con la zona sinistra difensiva brianzola completamente sguarnita a livello di copertura.

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Un pari che lascia l'amaro in bocca per come è giunto, dopo essere passati due volte in vantaggio e per averlo subìto allo scadere, ma complessivamente giusto. Si esce comunque con un punto pesante che mantiene il notevole vantaggio proprio sull'avversario di turno; compagine, quella pisana, che si è dimostrata una squadra scorbutica, uscita alla distanza con le sue attitudini atletiche, d'intensità e fisiche. Pontedera (che non ha mai perso contro il Monza) paradossalmente più lucido e brillante fisicamente alla lunga rispetto ai Bagaj, nonostante il dispendio energetico consumato nel recupero settimanale. Il Monza non esce affatto con le ossa rotte, ha disputato un'eccellente prima mezzora nella gestione, esteticamente bella nella qualità di produzione gioco; la fase di non possesso nella prima parte si è evoluta bene, al contrario della ripresa in cui si è concesso due reti e qualche altra chance. La proposizione nei secondi 45 è stata meno valida rispetto all'inizio, è mancata di tanto in tanto la precisione nell'appoggio e scarico, il filtro ha difettato un po', gli undici più allungati, con gli esterni che hanno iniziato a concedere maggiori spazi (vedi il 2-2 ma non solo) ai dirimpettai toscani (su tutti Ropolo), più presenti in propulsione. L'attacco titolare monzese piuttosto evanescente a livello finalizzativo nel complesso, il trio arretrato granata si è comportato bene e li ha imbrigliati per bene; tra i quattro Finotto è stato il più positivo, al di là della rete, con la sua mobilità, profondità e fisicità. Gli ingressi in corsa hanno sortito il loro effetto nei frangenti ed episodi decisivi, mentre la condizione fisica generale è apparsa in continuo calando col passare dei minuti. Prima della sosta manca ancora il match casalingo contro la Pro Patria (questioni politiche permettendo) che va ad aprire il girone di ritorno; importante partire col piede giusto e abbellire ulteriormente l'Albero di Natale biancorosso, addobbato a festa e ben luccicante per questa prima parte con numeri stratosferici. In attesa (chissà..) di ulteriori regali dalla proprietà del Monza che ha allestito comunque un roster già ultra competitivo, senza il bisogno necessario di ulteriori ritocchi da qui alla fine. Ma si sa, con Berlusconi-Galliani sognare non è mai una cattiva idea..

Sandro Coppola