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Vi proponiamo la conferenza stampa di mister Giorgio Roselli, tecnico della Samb, al termine della sconfitta del 'Brianteo'.



- Mister, cosa diceva il suo cronometro?

"Io non ho cronometro, ma siamo andati un po' oltre. C'è stato un attimo in cui ho pensato di essere tornato ragazzino, quando si continuava finché chi faceva gol vinceva".



- C'è rammarico?

"C'è grande rammarico, io di solito non parlo mai di errori individuali, soprattutto dell'arbitro. Ma sono due giornate che accadono episodi: nella scorsa è stato dato un gol in cui la palla non solo non era entrata tutta, ma non era entrata per niente. Oggi un gol fuori tempo massimo. Dispiace soprattutto perché il rispetto è doveroso. Gli errori tutti nella vita li facciamo e si sono sempre accettati, ma cose così è più complicato. Non è un gol in più o in meno che cambia ciò che devo fare io. La strada è quella giusta, i ragazzi hanno fatto qualcosa di straordinario e meritavano di andare a casa con un risultato positivo".



- Il Monza potenzialmente è una grossa squadra, ma dopo l'ingresso di Di Massimo la Samb sembrava più forte...

"Se fosse un giocatore che cambia le partite a questi livelli non giocherebbe in queste categorie. Il Monza ne ha 18-19 di livello altissimo. Ho sentito prima Brocchi parlare di togliere una punta per scardinarci. In quel momento il Monza poteva solo perdere. Bisogna essere realisti e dire come stanno le cose. La giocata da campione è stata anche quella di Calderini per prendere il rigore e soprattutto trasformarlo. Non si può andare contro la verità".



- Cosa è mancato?

"C'è stato un episodio in cui Rocchi ha perso una scarpa: credo sia stato toccato. Però ripeto è un episodio. Abbiamo fatto 4 o 5 tre contro due. E' mancato un assist vincente e il gol. Fa parte del calcio. Non abbiamo concesso quasi niente nel finale. Ma l'episodio cambia il commento generale ma non la verità. Ci è capitato di vincere partite all'ultimo secondo e a voi ha cambiato l'impostazione dell'articolo".



- E' soddisfatto della prova della sua squadra?

"Sarei pazzo a non esserlo. Mi piacerebbe che le cose fossero viste in modo naturale. Il calcio è visto da tutti alla stessa maniera, ma qualcuno ci deve ricamare un po'".



- Vi siete liberati del pensiero della striscia che durava da 12 turni che magari pesava. Quanto dovrete essere bravi per assorbire il colpo?

"Ci piaceva molto continuare a fare risultato. Al di là della prestazione, i risultati ti danno qualche volta anche quel quid per andare avanti, per credere in ciò che fai. Non basta una vittoria o una sconfitta per cambiare le cose perché significa essere deboli. Sappiamo da dove siamo partiti: dall'ultimo posto in classifica e da problemi grossissimi. Abbiamo avuto per un paio di mesi solo 2 cambi. Questi ragazzi hanno fatto cose straordinarie. Un episodio come questo non credo possa cambiare le cose, anche se ci divertivamo a tenere questa imbattibilità. Ma le cose prima o poi finiscono. I ragazzi devono solo ripartire e fare il meglio. Il risultato non cambia l'espressione di una squadra".



- Pensa che il vantaggio del Pordenone sia talmente elevato da compromettere le possibilità di inseguimento?

"Il fatto che ci sia solo una squadra davanti, avvantaggia chi rincorre. La crisi di una squadra può riaprire il campionato, ma soltanto una grande crisi può riaprirlo. C'è da dire chi incontra il Monza ha adesso ha un vantaggio. Chi lo fa tra due mesi no, perché avranno trovato la condizione. Hanno giocatori bravissimi, ma che vengono da un periodo in cui non giocavano sempre. E' normale che il Monza possa crescere e fare tanti punti. Ma è una squadra sola. Dipende dal Pordenone non dal Monza".



- Si diceva la stessa cosa della Ternana, ma poi ha fatto flop.

"Io so che se ci sono 6 squadre forti, 5 arrivano davanti e una fallisce. Se ci sono 6 squadre deboli, è la stessa cosa. Nel calcio ci sono eccezioni, ma davanti arrivano le migliori e dietro le peggiori. Se qualcuno la pensa diversamente, significa che non guarda il mondo".