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Nelle centinaia di trasferte al seguito dei biancorossi con l’amico e collega, Mario Bonati caporedattore delle pagine sportive de Il Cittadino, solo una volta ci è capitato - causa di forza maggiore - di pranzare nell’albergo della squadra. Per una scelta di indipendenza di giudizio, di pudore, di libertà e di etica professionale ci siamo sempre presentati allo stadio dopo eccellenti menù in trattorie caratteristiche (alcune davvero al top) o pizze veloci (un paio quasi immangiabili) discutendo tra di noi di formazioni, di tattiche, di uomini e di calciatori. Quella domenica –  29 gennaio 1989 ore 12 circa – ad Empoli è però tutto desolatamente e dannatamente chiuso. Quattro o cinque tentativi malinconicamente a vuoto fino alla sentenza senza appello di un gruppetto di persone sul sagrato di una chiesa: “La domenica qui non c’è nulla di aperto. Né in centro né tantomeno in periferia.” … Dopo 3 ore e passa di viaggio lo stomaco reclama e Mario la butta lì: “Piero (mister Frosio) l’altro giorno mi ha detto dove sono in ritiro. Andiamo là e mangiamo qualcosa per conto nostro.” Detto. Fatto. Entriamo nella hall dell’albergo mentre i giocatori stanno uscendo alla spicciolata per i classici due passi post pranzo, ci vede Beppe Marotta (allora Direttore Generale biancorosso) e: “Ragazzi, siete arrivati sin qui !” Spieghiamo che non abbiamo trovato neanche uno straccio di baretto/paninoteca per mettere qualcosa sotto i denti e lui: “Dai, mangiate qualcosa insieme al presidente che è appena arrivato con il Gigi (Maggioni, Direttore Sportivo)” indicandoci il tavolo dove Valentino Giambelli è già seduto e ci saluta invitandoci. Ringraziamo e ci accomodiamo. Cominciamo a parlare del viaggio e del tempo, arriva il cameriere ed il presidente non gli fa nemmeno abbozzare il menù: “per me una pastina. E basta. Grazie.” Poi ci guarda ed a voce bassa: “Sono un po’ teso, ho mal di stomaco da stamattina … ‘sta partita è troppo importante per noi perché comincia il girone di ritorno e non possiamo più sbagliare se vogliamo salvarci” … Per restare in tema: la nostra ‘salvezza’ è rappresentata da Gigi Maggioni che chiede (almeno) un piatto di tortellini panna e prosciutto. Così quando il cameriere ci guarda con fare interrogativo ci accodiamo subito parzialmente sollevati: tortellini panna e prosciutto anche per noi. Lungo la strada avevamo reciprocamente esternato ansie e preoccupazioni per il delicato momento dei biancorossi ma una misera pastina a pranzo non sarebbe certo stata la soluzione … Nè per il nostro stomaco nè per la classifica del Monza. Tre ore più tardi (minuto 5 della ripresa dopo un primo tempo equilibrato in cui i ragazzi di Frosio si erano però fatti preferire) Nuciari e Giaretta la combineranno grossa regalando a Nicola Caccia il gol partita. Una frittata a rendere maledettamente indigesta la misera pastina del presidente Giambelli … A fine stagione l’ Empoli – partito per tornare subito in Serie A sotto l’esperta guida di Gigi Simoni – dovette invece fare amaramente i conti con la seconda retrocessione consecutiva. Salvezza con un turno d’anticipo, invece, per il Monza che negli ultimi tre mesi di campionato venne trascinato al sicuro dal trio delle meraviglie Stroppa-Casiraghi-Ganz … Ovvero: come passare dalla pastina allo champagne passando per la frittata. Empoli, Stadio Castellani. Domenica 29 Gennaio 1989 EMPOLI-MONZA 1-0 (pt 0-0) MARCATORE: Caccia (E) al 5’ st EMPOLI: Drago, Salvadori, Parpiglia, Della Scala, Trevisan, Romano, Cristiani, Di Francesco, Caccia (21’ st Cipriani), Vignola, Baiano (33’ st Leone). A disp.: Calattini, Grani, Monaco. All.: Simoni MONZA: Nuciari, Fontanini, Mancuso, Zanoncelli, Saini, Giaretta, Bolis (24’ st Ganz), Consonni, Casiraghi, Stroppa, Robbiati. A disp.: Braglia, Nardecchia, Rossi, Salvadè. All: Frosio ARBITRO: Trentalange di Torino. Fiorenzo Dosso