Serie A, caos totale: lo scudetto si assegnerà… in settimana?
Il calendario della Serie A rischia di essere completamente stravolto

Serie A e calendario partite: scudetto e salvezza appesi a un filo
La Serie A si avvia verso un finale ad alta tensione, dove ogni singolo dettaglio conta. Il calendario è diventato un puzzle difficile da comporre, con partite decisive che coinvolgono sia la vetta che il fondo della classifica. La Lega Serie A ha già deciso che tutte le gare della penultima giornata si disputeranno in contemporanea domenica alle 20:45, tranne Genoa–Atalanta, anticipata a sabato sera.
Ma è l’ultima giornata a creare i maggiori grattacapi: se Napoli–Cagliari e Como–Inter dovessero risultare determinanti per l’assegnazione del titolo, potrebbero essere anticipate a mercoledì 21 o giovedì 22 maggio. Una mossa necessaria per lasciare spazio a un eventuale spareggio scudetto nel fine settimana successivo, il 24 o 25 maggio. La situazione è resa ancora più complessa dal fatto che anche la lotta salvezza è apertissima, e la Lega dovrà assicurarsi che nessuna squadra abbia il vantaggio di conoscere in anticipo il risultato delle dirette concorrenti.

Scudetto e diretta concorrente: nessun vantaggio per nessuno
Il principio guida della Lega è chiaro: nessuna squadra deve sapere prima il risultato della sua diretta concorrente. È quanto ha ribadito l’amministratore delegato Luigi De Siervo, spiegando che si punta alla “contemporaneità amplissima” per tutelare l’equilibrio sportivo. Tuttavia, questa scelta comporta enormi sfide logistiche: arbitri, VAR, sicurezza, trasmissioni televisive e disponibilità degli stadi.
Un altro elemento da considerare è la Champions League: l’Inter, che potrebbe giocare la finale il 31 maggio, ha tutto l’interesse a chiudere in fretta il discorso campionato. Anche il PSG giocherà la finale di Coppa di Francia il 24, lo stesso weekend dello spareggio ipotetico. In questo contesto internazionale, ogni giorno può fare la differenza. La Serie A, per non restare indietro, dovrà dimostrare di saper gestire un finale complicatissimo senza perdere credibilità.
Resta però un dubbio: siamo davvero pronti a vedere lo scudetto assegnato di mercoledì, magari alle 18, mentre molti italiani sono ancora a lavoro? È un’immagine che divide. C’è chi applaude la volontà di equità e chi, invece, rimpiange i tempi in cui il calcio si viveva di domenica, tutti insieme.
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Alessandro Sangalli