Cene segrete, promesse e amicizia: il senatore ex presidente della Camera racconta Berlusconi
Dal rapporto personale alle trattative politiche: il racconto del senatore sui momenti più riservati vissuti con lo scomparso presidente del Monza
Casini e il rapporto con Berlusconi tra politica e amicizia
Ripercorrendo l’estate del 2010, Casini ricorda l’intenso corteggiamento politico da parte di Silvio Berlusconi:
La mia alleanza con Berlusconi nasce nel 1994 e regge fino al 2006. Nel 2008 sono candidato contro lui e Veltroni. È chiaro che quando Silvio entra in crisi con Fini la cosa schematicamente più semplice era recuperare il rapporto con me. Mai e poi mai avrei fatto parte del “Partito del predellino”.
Il 9 luglio 2010 partecipò a una cena a casa di Bruno Vespa, con Berlusconi, Marina Berlusconi, Gianni Letta, Geronzi, il cardinale Bertone e Mario Draghi.
Fu una cena amabilissima. Vespa è un padrone di casa fantastico. Era amico di Berlusconi, ma capiva la situazione.
Pochi giorni dopo, mentre era in spiaggia a Milano Marittima con la figlia, ricevette una telefonata di un’ora e mezza dall’allora premier:
Mi spiegava come fosse la scelta della vita e che poi sarei diventato il suo successore.
Dalla politica alle relazioni personali
Col passare degli anni, il rapporto tra Casini e Berlusconi cambiò:
Quando ero presidente della Camera, con Berlusconi avevo un rapporto di amore-odio. Prima di partire per le vacanze, fissavo un pranzo con il Cavaliere per sminare il campo. A ruota lui mi invitava sempre a Villa Certosa. Io declinavo sempre, ma anni dopo lo andai a trovare con i miei figli. Il tour botanico, con lui e Marta Fascina... Una bella giornata.
Negli ultimi anni, ammette Casini,
il rapporto era diventato di amicizia. Le polemiche politiche lasciano il tempo che trovano. E soprattutto attenzione: il potere è un’illusione ottica, svanisce tutto.
Sulla storica rottura tra Berlusconi e Gianfranco Fini, Casini afferma:
Ancora oggi non ho mai compreso il vero motivo di una rottura così sanguinosa. Solitamente Berlusconi, anche con i suoi avversari peggiori, non mostrava mai malanimo o accanimento.
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