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Il portiere del Monza Michele Di Gregorio è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport per commentare la prima parte di ritiro e la nuova stagione alle porte con un occhio al calciomercato.

Di Gregorio, è stato considerato tra i migliori portieri della scorsa Serie B, come mai non ha fatto il salto di categoria?

"Ero talmente rammaricato per non aver raggiunto l'obbiettivo nella scorsa stagione che quando mi ha chiamato il Monza non ho esitato un attimo, e mancandolo sono ancor più motivato per raggiungerlo quest'anno".

Perché questa volta il Monza può farcela?

"Ad inizio stagione dello scorso anno la rosa era tutta nuova, mentre ora siamo già un gruppo che si conosce e siamo piuttosto uniti. Abbiamo sicuramente una maggiore esperienza della categoria e questo ci aiuterà tanto per ogni momento di difficoltà".

Se il Monza andrà in A, scatterà l’obbligo di riscatto e dovrà lasciare l'Inter, squadra che l'ha fatto nascere.

"Ci arrivai da bambino all'Inter, sono cresciuto con la maglia nerazzurra, ma il biancorosso sta diventando come una seconda pelle. E' la mia prima volta che gioco due stagioni di seguito in una società". 

In questi primi giorni di lavoro state conoscendo mister Stroppa. Che allenatore è?

"Ha le idee chiare, pretende tanto per farci tirare fuori il massimo. Si percepisce il suo obbiettivo e che non ha vinto per caso a Crotone e Foggia. Ci sta trasmettendo la sua idea di un calcio coraggioso e propositivo".

Ieri è venuto a trovarvi in ritiro anche Adriano Galliani. Che aria si respira a Ronzone?
«C’è grande serenità: stiamo lavorando sodo, con il giusto ottimismo. La delusione della passata stagione è alle spalle: le vacanze ci hanno fatto riflettere sugli errori e ci siamo rimessi al lavoro per non ripeterli più».

Il mercato entra nel vivo: si è fatto un’idea di quali saranno le vostre principali rivali?
«Fare pronostici è difficile. Le retrocesse sono ambiziose e poi ci sono le squadre, come il Monza, che vogliono riprovarci con ancora più convinzione: la qualità si è alzata ulteriormente. Ma il bello della Serie B sta proprio nella sua incertezza: la differenza tra le cosiddette piccole e le big del torneo è minima».

E poi ci saranno tante grandi firme, come Gigi Buffon. Che sensazioni proverà ad affrontarlo?
«Confesso che quando ho letto che Buffon sarebbe andato al Parma, mi è comparso sul volto un sorriso d’emozione al solo pensiero di incrociarlo sul mio cammino. Gigi è una leggenda: porterà ulteriore valore e attenzione mediatica alla Serie B».

A proposito di portieri, lei a chi si ispira?
«Ho avuto la fortuna di allenarmi all’Inter con Handanovic. Un grande sia dal punto di vista tecnico che umano: un vincente, del quale ammiro quella capacità di stare sempre sul pezzo che ti porta a vincere tutto».

E come ha festeggiato le parate di Donnarumma che ci hanno regalato l’Europeo?
«Lui è un fenomeno: ha confermato di essere tra i primi tre portieri al mondo. Gli invidio la freddezza: ha una personalità pazzesca, che lo rende glaciale anche nelle situazioni più delicate. Abbiamo visto la finale tutti insieme e al rigore parato a Saka siamo scoppiati a piangere: vincere con la Nazionale è un sogno. E vedere l’entusiasmo della gente mi ha fatto venire ancora più voglia di festeggiare la promozione in A con i nostri tifosi».