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L'iniziativa è firmata dal centro sociale Boccaccio, noto spazio antagonista brianzolo, fondato anni fa da Ilaria Salis, oggi europarlamentare con Avs. Il corso, intitolato emblematicamente “Police abolition”, è stato organizzato ai giardini di San Rocco, ma con location alternativa al Circolo di via Libertà in caso di pioggia.

La proposta? Un mondo senza polizia.
Un concetto che, nelle parole degli organizzatori, mira a «ricollocare fondi e responsabilità verso la comunità, per rispondere in modo diverso alle emergenze».

Un'idea mutuata dagli Stati Uniti e da esperienze radicali di sinistra, ma che in Italia trova terreno scivoloso. A presentare il corso sarà Italo Di Sabato, attivista e coordinatore di Osservatorio Repressione, una sigla da anni impegnata in battaglie contro quella che definiscono «repressione sociale».


I punti chiave del corso: tra abolizione polizia e sogni utopici

Nel libretto che accompagna il corso, la visione appare chiara: «Abolire la polizia significa costruire un mondo nuovo». Una frase che dice molto e lascia altrettanti interrogativi. Il corso intende proporre modelli di sicurezza alternativi, affidati a operatori sociali, leader religiosi, familiari e associazioni di volontariato.

POLIZIA

Non si tratta solo di slogan: l’obiettivo dichiarato è trasformare il concetto stesso di sicurezza, togliendo potere alle forze dell’ordine e investendo in case, servizi per l’infanzia, salute mentale.

Un piano che, secondo i promotori, mira a eliminare la «brutalità istituzionalizzata» e la «militarizzazione del territorio». Ma che agli occhi di molti appare come un attacco diretto alla convivenza civile e alla tutela dei più deboli.


Le reazioni: sconcerto per il corso anti-divise brianzolo

La notizia ha scatenato indignazione tra cittadini e forze politiche. In molti si chiedono come si possa anche solo immaginare di vivere in una società senza forze dell’ordine. Una città come Monza, con le sue criticità e il suo tessuto sociale articolato, potrebbe davvero fare a meno di polizia e carabinieri?

I promotori respingono le accuse e insistono: «La polizia non garantisce sicurezza, ma la mina». Una posizione che alimenta un dibattito acceso, ma che rischia di gettare benzina sul fuoco delle tensioni sociali.

Il riferimento alla madrina del centro sociale, Ilaria Salis, che in passato si è espressa per l'abolizione delle carceri, aggiunge un ulteriore elemento polemico a una vicenda già caldissima.


Dalla teoria alla realtà: Monza e i rischi di una proposta divisiva

Ma cosa accadrebbe davvero se un simile progetto venisse applicato? È realistico pensare di affidare la gestione della sicurezza a servizi sociali, vicini di casa e operatori volontari? In caso di violenze, aggressioni, furti o crimini gravi, chi sarebbe in grado di intervenire?

Per gli antagonisti, il problema non si pone: per loro la polizia non è la soluzione, ma parte del problema. Una visione tanto estrema quanto pericolosa. In un momento storico in cui la criminalità evolve e si fa sempre più insidiosa, abolire chi tutela la legge rischia di lasciare spazio all’anarchia.

In molti, sui social e nelle piazze, esprimono sgomento e paura per un’idea che appare come una provocazione destinata a rimanere tale. Ma che, nel frattempo, accende i riflettori su un tema complesso: il rapporto tra sicurezza e libertà.


Lunedì torna Monza una città da Serie A da una sede inedita

Lunedì 14 luglio torna Monza una città da Serie A da una sede inedita.
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