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Ha 77 anni, un curriculum lungo come un romanzo di famiglia e la capacità — rara, quasi magica — di riemergere sempre. Claudio Scajola, detto “Sciaboletta”, torna in Forza Italia. Sorridente, pettinato come sempre, proclama: «Mi sono sentito subito a casa».
Quale casa, esattamente, non è dato sapere. Eppure l’ironia si spreca, perché quando Scajola parla di abitazioni, il pensiero corre subito al famoso appartamento con vista Colosseo, quella vicenda che lo fece dimettere da ministro dello Sviluppo economico nel 2010 dopo che “qualcuno”, a sua insaputa, aveva pagato per lui 900mila euro di differenza.


Il ritorno del “re d’Imperia”

Pier Silvio Berlusconi, qualche mese fa, aveva chiesto di svecchiare il partito, di portare “facce nuove e fresche” nel simbolo azzurro.
Risultato? Alla festa “Azzurra”, Forza Italia annuncia il ritorno di Scajola, che il 15 gennaio compirà 78 anni.

Pier Silvio Berlusconi
Pier Silvio Berlusconi


Un tempismo impeccabile, da veterano della politica e dell’arte del ritorno. «Non cerco incarichi», ha dichiarato. Ma chi lo conosce sa che, nel suo caso, anche le frasi di modestia hanno sempre un retrogusto di minaccia garbata.


Una vita tra altari e polveri

Nato a Imperia, figlio di Ferdinando, storico fondatore della Democrazia Cristiana locale, e battezzato tra le braccia di Maria Romana De Gasperi, Scajola appartiene a una razza politica che si estingue solo per finta.
Sindaco a 34 anni, poi costretto alle dimissioni, è tornato a governare la città nel 2018 “per capriccio” — come dice lui stesso —, a dimostrazione che il potere, più che un mestiere, per lui è una pulsione genetica.

Nel partito di Silvio Berlusconi è entrato con una frase da Baci Perugina:

“Silvio è il sole al cui calore tutti si vogliono scaldare.”

Da lì, una corsa inarrestabile: coordinatore nazionale di Forza Italia dopo Cesare Previti (non proprio un debutto da boy scout), poi quattro volte ministro.


Tra G8, Biagi e case con vista

La sua parabola politica è segnata da incidenti celebri.
Nel 2001, da ministro dell’Interno, vive la tragedia del G8 di Genova. Pochi mesi dopo, definisce il giuslavorista Marco Biagi — ucciso dalle Brigate Rosse — “un rompicoglioni”.
Nel 2010 lo travolge la storia della casa al Colosseo: “Non posso sospettare di abitare una casa non pagata da me”, dirà, con l’aplomb di chi si sente in credito con il destino.

Eppure, dopo ogni caduta, Sciaboletta è tornato. Sempre.
Gianni Baget Bozzo, il teologo forzista, diceva: «Lui e Berlusconi sono complementari». Aveva ragione: entrambi maestri nel cadere in piedi.


Un veterano tra le “facce nuove”

Oggi Scajola si ripresenta come “uomo di esperienza” nel partito che Marina e Pier Silvio vogliono “rinnovare”.
E sarà lui — a sentire le cronache — a discutere di unioni civili e fine vita, temi che Forza Italia dice di voler affrontare con sensibilità moderna.
Un compito curioso per chi, politicamente, appartiene a un’epoca in cui le famiglie erano “tradizionali” e i ministri si giustificavano con il “non sapevo chi mi pagava casa”.

Ma è Scajola: una delle ultime figure da Prima Repubblica sopravvissute nella Terza.
Sorriso mite, occhiali d’acciaio, memoria lunga. E una certezza: se lo dai per finito, hai già perso.